Con molto piacere ci facciamo promotori di una nuova piattaforma (creata da alcuni giovani del ns paese) per rimanere sempre informati sulle attività commerciali del nostro territorio, e non solo, che effettuano consegne a domiclio.
https://www.siamoaperti.info
Comunicazione numero persone attualmente positive al virus Sars Cov 2 nel Comune di Dueville:
Aggiornamento al 12.11.2020: 64 persone.
Di queste, 4 persone sono ricoverate.
E’ sempre escluso il conteggio della Casa di Riposo.
Oggi non aggiungo assolutamente altro, se non condividere l’appello a donare plasma, rivolto alle persone guarite dal Virus.
Buona giornata, Giusy Armiletti.
Comunicazione numero persone attualmente positive al virus Sars Cov 2 nel Comune di Dueville:
Aggiornamento al 09.11.2020: 49 persone.
Si precisa che non è conteggiato il numero di casi presenti presso la Casa di Riposo.
Credo sia difficilmente immaginabile le tantissime altre considerazioni che vorrei aggiungere, soprattutto dopo aver letto alcuni commenti o esser venuta a conoscenza di alcune situazioni dove le regole minime vanno letteralmente a farsi benedire.
Evidentemente, chi continua imperterrito con certi atteggiamenti, non ha ancora avuto amici, parenti, conoscenti, colleghi di lavoro toccati dal virus. E non ha amici, parenti, conoscenti che lavorano negli ospedali, nelle RSA, nelle strutture sanitarie in genere.
Cordiali saluti, soprattutto a chi, come me, pensa che il Covid non sia uno scherzo.
Giusy Armiletti, Sindaco.
P.S. non aggiungo molte altre considerazioni perché temo, ancora una volta, di non venir capita. E perché, nell’ultimo mese, più o meno il 60% della mia giornata / serata è dedicato all’emergenza Covid nel comune di Dueville. Lasciandomi poco tempo per i messaggi e le risposte a critiche varie. Chiedo scusa per questo.
Comunicazione numero persone attualmente positive al virus Sars Cov 2 nel Comune di Dueville:
Aggiornamento al 04.11.2020: 36 persone.
Si precisa che non è conteggiato il numero di casi presenti presso la Casa di Riposo.
GRAZIE ai volontari della Protezione Civile Valdastico, ai volontari della Pro Loco Dueville e gruppo Alpini Povolaro per il prezioso supporto svolto negli ultimi due giorni presso i nostri cimiteri.
Grazie, a nome dell’Amministrazione Comunale ma crediamo anche delle tante persone che hanno fatto visita ai propri cari defunti.
Comunicazione numero persone attualmente positive al virus Sars Cov 2 nel Comune di Dueville:
Aggiornamento al 29.10.2020: 28 persone.
Si precisa che non è conteggiato il numero di casi presenti presso la Casa di Riposo.
è da qualche giorno che stavo pensando se scrivere questo post e quale poteva essere il suo contenuto …
Dopo mesi di pandemia, non possiamo limitarci a fare la conta dei contagi, e basarci semplicemente sui numeri da bollettino sanitario quotidiano, perché non possiamo permetterci di ragionare nei termini che “se il numero sale ci si preoccupa, se il numero scende, ci si calma”.
Ho dunque deciso di non comunicare il numero di persone residenti a Dueville attualmente positive, come facevo settimanalmente durante i mesi del lockdown.
Non lo faccio perché sono convinta che ognuno di noi abbia capito e interiorizzato la portata della diffusione del virus e che eventuali e costanti aggiornamenti sulla situazione a Dueville non possano aggiungere attenzione in chi già la presta e non possano far cambiare idea a chi pensa che io, in quanto Sindaco, e come me molti altri, appartenga alla categoria dei complottisti, degli asserviti al potere e non ricordo neanche più le ultime accuse.
Vi comunico solo il dato di oggi, 22 ottobre 2020, ossia che sono 20 le persone attualmente positive al Covid 19 nel comune di Dueville. E questo numero aumenta, se consideriamo le persone in isolamento fiduciario.
Spero di non leggere commenti a questo post dove mi si chiede, per esempio, come è avvenuto il contagio, se ci sono focolai familiari, quanti sono a casa e quanti sono in ospedale.
Vi dico già che se così fosse, non risponderò, per due evidenti motivi: per tutelare la privacy delle persone (posto che anch’io non conosco tutti i dettagli, ovviamente e giustamente) e perché mi chiedo a cosa servirebbe avere queste risposte. Cambierebbero i nostri comportamenti individuali se i contagi ci sono o meno? Fino a quale numero possiamo ritenerci “tranquilli” nella nostra socialità e nella nostra quotidianità?
Purtroppo, che ci piaccia o no, che leggiamo i numeri dei contagi in un modo o in un altro, che apparteniamo a una delle tante categorie con le quali ci possiamo o meno “classificare” credo siamo tutti d’accordo sul fatto che siamo nel pieno di una seconda ondata di diffusione di questo virus.
Da parte mia, dell’intera Amministrazione comunale e di tutti i dipendenti garantiamo a tutti i cittadini il massimo impegno nel rispettare e far rispettare tutti i protocolli e le misure precauzionali che gli esperti ci chiedono di adottare.
Dal primo giorno di pandemia non c’è stato un attimo di tregua e ogni giorno il “carico” aumenta, senza vedere una minima risoluzione di problemi legati all’emergenza sanitaria. Ma è proprio per questo che non possiamo e non dobbiamo cedere al pessimismo.
Serve rimboccarsi le maniche, ancora e più di ieri. Con lo stesso impegno che ci ha permesso di aprire l’asilo nido e le scuole, le palestre, organizzare il trasporto scolastico e continuare le proposte culturali, sia estive che attuali. Solo per fare alcuni esempi.
Permettetemi infine di ringraziare tutti i volontari che ancora oggi ci aiutano, via via che le esigenze mutano, nella gestione di alcuni servizi. Anche grazie a loro quel “carico” del quale parlavo prima si fa un pò più leggero.
Infine, non dimentichiamoci di rispettare quelle semplici regole che ci possono difendere e che ormai anche i bimbi più piccoli conoscono.
Giusy Armiletti
Sindaco
Videoconferenza di Giuseppe Conte da palazzo Chigi alle ore 21.35 del 18 ottobre 2020
Il Presidente Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm del 13 ottobre 2020 sulle misure di contrasto e contenimento dell’emergenza Covid-19
Covid-19: CdM proroga stato di emergenza. In GU il decreto legge con misure di contrasto al contagio
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza che prevede:
- sospensione delle attività del ballo, all’aperto e al chiuso, che abbiano luogo in discoteche e in ogni altro spazio aperto al pubblico
- obbligo di mascherina anche all’aperto dalle 18 alle 6 nei luoghi dove c’è rischio di assembramento
“I numeri del contagio in Italia, anche se tra i più bassi in Europa, sono in crescita. Non possiamo vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati. La nostra priorità deve essere riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza”, ha sottolineato il Ministro.
Giovedì 30 luglio, ore 19.30:
L’Amministrazione Comunale ringrazia tutti i volontari che, in varie forme, hanno prestato il loro servizio sin dal primo momento dell’emergenza Covid e tuttora continuano a farlo.
Un grazie davvero grande a:
Protezione Civile Valdastico, Pro Loco Dueville, Pro Povolaro, Commissione Pari Opportunità, Amministratori comunali, Italcaccia, Associazione Nazionale Carabinieri, Alpini Povolaro, Fanti Dueville, Scout, volontari Unità Pastorale, volontari Centri Estivi “Estate in comune”, Alpini Dueville, Comitato feste Vivaro, Pro Passo di Riva, Alpini Passo di Riva, volontari Emporio Solidale, volontari Progetto Anchise.
La serata è stata l’occasione per ricordare l’unica vicentina (nostra concittadina, Cristina Avancini) che ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica dal Presidente Mattarella.
Bur n. 96 del 26 giugno 2020
Materia: Protezione civile e calamità naturali
Ordinanza del Presidente della Giunta regionale n. 63 del 26 giugno 2020
Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da virus COVID-19. Ulteriori disposizioni.
Partono lunedì 29 giugno i centri estivi per i bambini dai 3 ai 5 anni presso 4 plessi delle scuole dell’infanzia di Dueville fino al 31 agosto.
Per effettuare la pre-iscrizione è necessario compilare il modulo sul sito di Cooperativa Margherita, affidataria del servizio: https://www.cooperativamargherita.org/
Fortunatamente ad oggi tutte le dieci persone risultate positive al Covid 19 si sono negativizzate.
Sono ripetitiva, lo so, ma mi porto dentro troppe sofferenze e preoccupazioni per non esserlo: NON ABBASSIAMO L’ATTENZIONE e continuiamo con le misure “minime” che ci sono richieste. Lo dico perché, anche se oggi possiamo dire che siamo “Covid free”, ci sono comunque alcune persone in isolamento e in attesa di fare tamponi.
Nessun allarmismo, ma una costante consapevolezza dell’attuale situazione (fortunatamente sempre più rassicurante) e richiesta di senso di responsabilità, che non può mancare dopo tutto quello che abbiamo passato.
Grazie per la pazienza e collaborazione finora dimostrata.
Giusy Armiletti.
Buongiorno a tutti. Il DPCM pubblicato in Gazzetta lo scorso 11 giugno e l’allegato 1 all’ordinanza regionale 59 del 13 giugno scorso riportano, tra le varie linee guida da applicare per la riapertura delle aree giochi per bambini:
“Garantire una approfondita pulizia delle aree e delle attrezzature, preferibilmente giornaliera o con una frequenza adeguata rispetto all’intensità di utilizzo: qualora non sia possibile una adeguata pulizia delle attrezzature, non ne potrà essere consentito l’utilizzo”.
E’ nostra intenzione, come ribadito più volte, riaprire al più presto TUTTI i parchi pubblici ma per farlo ora siamo a chiedere la disponibilità di qualche volontario che potesse occuparsi di questa importante azione. L’Amministrazione fornirebbe il materiale necessario. Ringraziamo moltissimo l’Associazione Fanti Dueville che si è dichiarata disponibile. Se qualche altra persona volesse aggiungersi, in modo da organizzare al meglio tutte le riaperture, è pregato di comunicarlo a: info@comune.dueville.vi.it
Grazie, buona giornata.
“E’ un nuovo inizio, ma con l’impegno e la dedizione di tutti possiamo tornare a riempire le strade e le botteghe del paese”. Il sindaco di Dueville Giusy Armiletti è la voce narrante di questo bel video realizzato dalla Delegazione Confcommercio di Dueville (guidata dal presidente Paolo Tezza) e dal Comune.
Un mix di immagini ed emozioni per dire che dopo lo stop dovuto al Covid ora è il momento di ripartire tutti assieme: istituzioni, imprese e cittadini.
CONTRIBUTO DI SOSTEGNO AI CITTADINI COLPITI DALLE CONSEGUENZE ECONOMICHE DEL COVID-19
Si avvisa cittadini residenti nei Comuni del distretto est AULSS 8 “Berica” che, a seguito dell’emergenza COVID-19, non hanno visto rinnovato il proprio contratto di lavoro o hanno dovuto subire una forte riduzione dell’attività lavorativa e siano sprovvisti di ammortizzatori sociali, che sarà possibile presentare istanza per beneficiare di un contributo economico del valore di € 500,00 erogato in un’unica soluzione direttamente sul conto corrente del beneficiario e al sostegno al reddito.
maggiori info ai link:
http://www.comune.dueville.vi.it/…/Avviso_contributi_Covid_…
Misure per il sostegno al pagamento dell’affitto per l’abitazione di residenza per le famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria in corso
La Giunta regionale, con deliberazione n. 622 del 19 maggio 2020 – pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione n. 76 del 22/05/2020 – ha approvato i criteri e le procedure per l’erogazione del contributo regionale, per l’aiuto al pagamento dell’affitto, alle famiglie in difficoltà economica a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19.
Il sito dedicato alle informazioni sul procedimento sarà attivo a partire dal 1°giugno 2020 al seguente indirizzo:
https://veneto.welfaregov.it/landing_p…/fsa_covid/index.html
Le domande di contributo potranno essere presentate esclusivamente dal sito tramite smartphone, tablet o personale computer dal 15 giugno al 5 luglio 2020 fino alle ore 23:59.
Nel ribadire che non mi considero un “animale social” e che come modalità, anche attraverso questo strumento, preferisco sempre la scrittura, voglio affrontare l’argomento che in questi giorni ha finalmente guadagnato l’attenzione che merita: la scuola. Purtroppo si sta dicendo di tutto, si stanno facendo varie ipotesi in vista della riapertura di settembre e ognuno ci “mette del suo”, come si dice in questi casi.
Per quanto mi riguarda, c’è stato un passaggio della conferenza stampa del premier Conte che mi ha particolarmente colpito e stavolta ho reagito d’istinto. Ho scritto una lettera a lui e ai due sottosegretari veneti.
Da mercoledì altre ipotesi stanno avanzando e credo che nei prossimi giorni altre ne arriveranno. Nel rispetto dei ruoli e delle competenze, continueremo a lavorare e a collaborare per trovare le soluzioni migliori per i nostri ragazzi.
Ecco il testo della lettera della quale parlavo:
Oggetto: Conferenza Stampa del 3 giugno e Decreto Scuola.
Illustrissimo Presidente Conte,
sono Giusy Armiletti, Sindaco del Comune di Dueville, un paese di circa 14.000 abitanti in provincia di Vicenza.
Innanzitutto mi preme dirLe che sono perfettamente consapevole di quale responsabilità, carico di lavoro e di preoccupazione abbia pesato su di Lei e su tutti i politici che ci rappresentano e ai quali noi guardiamo con fiducia, in un’ottica di collaborazione continua.
Collaborazione che in questi mesi non è mai mancata a livello locale: abbiamo cercato di fare del nostro meglio per applicare tutti i DPCM, decreti e ordinanze che via via sono stati emessi, a tutela della salute di ogni cittadino italiano. Con un carico di responsabilità, lavoro e preoccupazione che è pesato su ogni Sindaco e ogni amministratore locale. Tutti assieme, seguendo una guida che non sempre aveva una voce univoca (sia dal punto di vista politico che sanitario), abbiamo davvero fatto squadra.
Ma, gentile Presidente, mi permetta di dirLe che forse Lei sta sopravvalutando i Sindaci italiani. O, almeno, sta sopravvalutando la sottoscritta. Non siamo supereroi, non siamo dotati di superpoteri.
Abbiamo lavorato tantissimo in questi mesi, assieme alle nostre Giunte, ai Consigli Comunali, ai dipendenti pubblici, ad una squadra di volontari che non finiremo mai di ringraziare. Senza mai tirarci indietro.
Ma ora ci chiedete, in poco più di due mesi, dotandoci di quei poteri straordinari che i commissari possono avere, di rivoluzionare gli spazi delle nostre scuole? Posto che i fondi ci siano e vengano erogati in fretta, come potremmo allargare gli spazi delle aule? Abbattendo magari dei muri portanti? Più facile sarebbe costruire pezzi di edifici in più, ma qua si pone l’altro problema, e cioè la necessità di avere comunque più personale scolastico.
Nel nostro comune, ma non siamo certo i soli, abbiamo moltissimi altri spazi che si possono utilizzare per ridurre il numero di alunni nelle varie aule. Spazi già disponibili, da subito.
Perché diventa difficile pensare di organizzare in modo diverso l’attività scolastica? Più facile, ancora una volta, scaricare oneri e responsabilità all’ultimo anello della catena, e cioè l’ente locale?
Gentile Presidente, io stavolta, e per la prima volta, dico di no. Non sono nessuno per farlo, me ne rendo perfettamente conto. Sono solo un Sindaco innamorato del proprio territorio, e in particolare dei ragazzi.
Ai quali voglio garantire la certezza di tornare a scuola in assoluta sicurezza. Ma voglio farlo non a parole o con slogan ad effetto. Con i fatti. Concretamente. Con le possibilità che abbiamo nel nostro territorio. Da persone normali, senza superpoteri, armate di buona volontà e desiderio di lavorare per il bene comune.
A proposito di Scuola gentile Presidente, io faccio parte di quella schiera di persone che avrebbero voluto che, almeno per un giorno, in assoluta sicurezza, i ragazzi potessero tornare tra i banchi. Almeno i ragazzi che concludono un ciclo che si è bruscamente interrotto qualche mese fa: l’ultimo anno della scuola d’infanzia, i ragazzi di quinta elementare, i ragazzi di terza media (ai quali si poteva forse dare la possibilità di fare un colloquio in presenza, rispettando tutti i protocolli previsti, magari all’aperto).
Non voglio disturbarLa oltre Signor Presidente, ma mi metto umilmente a disposizione per condividere ed approfondire, con chi vorrà, queste poche riflessioni che ho espresso “a caldo”, ma che esprimono solo il desiderio di trovare le migliori soluzioni possibili. Posto che sicuramente le soluzioni “giuste per tutti” non esistono.
La ringrazio per l’attenzione che vorrà riservare a questa mia e Le auguro un buon lavoro!
Cordialmente.
Il Sindaco
Giusy Armiletti
A partire da giovedì 4 giugno, con orario 9 – 18 riapriranno 4 parchi gioco:
Parco Diritti dei Bambini a Dueville
Parco Via Po a Passo di Riva
Parco Via S.S. Colpi a Povolaro
Parco Piazza S. Pio X a Vivaro.
Obbligatoria mascherina dai 6 anni in su, dotazione personale di igienizzante per mani (da utilizzare in particolare all’entrata e all’uscita dal parco), distanza da mantenere di almeno un metro (a meno che non si tratti di conviventi).
Per il momento riapriamo solo questi perché, tra le varie prescrizioni da rispettare, va eseguita la pulizia giornaliera di tutte le attrezzature presenti.
A chi frequenterà, a partire da giovedì, i parchi, raccomandiamo il rispetto delle tre prescrizioni citate.
Grazie, ancora una volta, per la collaborazione e comprensione.
Ordinanza Regionale del 29 maggio – :
“Nel territorio regionale è fatto obbligo usare le mascherine nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico e, all’esterno, in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza tra non conviventi. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei 6 anni nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti.
Sono vietati gli assembramenti in area pubblica o aperta al pubblico tra non conviventi”.
Vogliamo riportare quanto prevede l’ordinanza in vigore da oggi, per evitare fraintendimenti sull’uso della mascherina. Per fare solo un esempio, al mercato di mercoledì, pur essendo all’aperto, si potrà accedere solo se muniti di mascherina, vista l’impossibilità di garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza (almeno un metro).
Nuova Ordinanza Regionale n. 55 del 29 maggio 2020
Dal 1 giugno obbligo di mascherina nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico. All’aperto, uso della mascherina solo quando non è possibile garantire continuativamente la distanza di sicurezza (tra non conviventi).
Ad oggi, una sola persona attualmente ancora positiva al Covid 19. E da più di due settimane non si segnalano nuovi contagi.
E’ una buona notizia, che ci conforta e ci sprona a continuare ad attuare le attuali misure previste: mascherina, distanziamento di almeno un metro da altre persone, divieto di assembramenti, lavarsi frequentemente le mani. Stiamo assaporando un pò alla volta quel “ritorno alla normalità” che tanto abbiamo desiderato. Sicuramente le norme e le restrizioni attuate sono servite. E finché il virus è ancora in circolazione, alcune sono ancora necessarie. Rispetto alla quarantena che abbiamo vissuto e che tutti ben ricordiamo con sofferenza, credo che possiamo e dobbiamo continuare sulla strada dell’impegno, con le quattro azioni ricordate prima.
Grazie a tutti, buona giornata, Giusy Armiletti.
Buongiorno a tutti.
La presente per comunicare che stiamo cercando di dare risposte per entrambe le cose, nel pieno rispetto delle normative e delle linee guida attualmente in vigore.
Al di là di date ipotetiche previste su decreti e ordinanze di enti superiori al nostro, volevo cercare di spiegare che non è così “automatico” procedere con l’organizzazione “concreta”.
I parchi giochi, per il momento, resteranno ancora chiusi. Vi riporto una parte dell’ordinanza che sta per essere emessa: credo che se avrete la pazienza di leggerla, capirete perché al momento non riusciamo ad aprirli, anche se stiamo lavorando per farlo, almeno “parzialmente”:
L’amministrazione comunale si riserva tuttavia la facoltà di poter aprire, prima della scadenza dell’ordinanza, almeno un parco giochi in ogni frazione del territorio, ad orari prestabiliti, con personale addetto alla sorveglianza e soprattutto nel rispetto di tutti i compiti previsti a carico del gestore dalle linee guida indicate nell’allegato 8 al DPCM 17 maggio 2020, che qui si riportano integralmente:
1) Mettere a disposizione personale per la realizzazione delle funzioni di:
a) manutenzione e controllo periodico;
b) pulizia periodica degli arredi;
c) supervisione degli spazi.
2) Eseguire manutenzione ordinaria dello spazio:
a) definendo e controllando i suoi confini;
b) eseguendo controlli periodici dello stato delle diverse attrezzature in esso presenti con pulizia approfondita e frequente delle superfici più toccate, almeno giornaliera, con detergente neutro.
3) Eseguire la supervisione degli spazi, verificando in particolare che:
a) I bambini e gli adolescenti (da 0 a 14 anni) siano accompagnati da adulti;
b) tutte le persone che accedono siano dotate di mascherine se di età superiore ai 3 anni, e che non si determinino densità fisico tali da pregiudicare il rispetto delle prescrizioni sul distanziamento fisico (almeno un metro fra ogni diversa persona presente nell’area).
E’ una sofferenza anche per noi, per chi sta “al di qua del tavolo”, non poter fare di più. E non è facile chiedere a tutti, in particolare i bambini, di portare ancora un pò di pazienza.
Quello che possiamo dirvi è che da giorni non facciamo altro che leggere norme e fare incontri, per trovare al più presto proposte e soluzioni concrete.
Buona giornata a tutti, Giusy Armiletti.
Si comunica che sono 4 le persone ancora attualmente positive al Covid 19 nel nostro territorio.
L’Amministrazione Comunale di Dueville con delibera di Giunta n. 86 del 14.05.2020 ha rinviato il versamento dell’acconto dell’IMU, concedendo la possibilità di effettuare il pagamento della quota Comune entro il 31 Luglio 2020, senza l’applicazione di sanzioni ed interessi, rimanendo invariata al 16 giugno 2020 la scadenza per la quota IMU a favore dello Stato (fabbricati Cat. D)
Buongiorno a tutti. In un precedente post, dove purtroppo comunicavo il decesso di due nostri concittadini a causa del Covid 19, ricordavo che il dato riportato nel Giornale di Vicenza, come specificato nella nota a margine, arriva dall’Azienda Zero ed è il dato TOTALE dei contagiati da inizio pandemia: comprende le persone decedute, le persone negativizzate e quindi guarite e le persone ancora positive al virus.
Ad oggi sono 5 le persone ancora positive al virus, nel nostro comune.
Voglio fare un ulteriore appello, e mi scuso con le persone che, da subito, hanno rispettato in tutto e per tutto le regole indicate dai vari DPCM, ordinanze regionali e comunali.
Mi rivolgo a chi ancora si ostina a NON indossare la mascherina, quando esce di casa. Se ha la fortuna di avere campi intorno a casa, dove non incontrerà nessuno, può farlo benissimo. Ma se invece, come succede, prende la bici o esce a piedi per accompagnare il cane, incontrerà altri cittadini, rispettosi delle regole. Che meritano di essere rispettati anche dal punto di vista sanitario, perché ognuno di noi, potenzialmente, potrebbe essere un portatore asintomatico.
Credo che oggi ci venga chiesto davvero poco, rispetto all’isolamento che abbiamo vissuto per due mesi, per aiutarci tutti in questa fase 2.
Buona giornata, Giusy Armiletti.
La Biblioteca Comunale di Dueville riaprirà al pubblico martedì 12 maggio 2020, alle 9.30, nel rispetto delle disposizioni vigenti e limitatamente ai servizi di prestito e restituzione.
L’ingresso sarà contingentato e si potrà entrare solo se muniti dei dispositivi personali di protezione (mascherina e guanti). L’attesa all’esterno dovrà rispettare le distanze di sicurezza.
I libri consegnati sono sicuri: vengono sanificati lasciandoli “in quarantena” prima di essere messi di nuovo in circolazione.
Non sarà possibile:
sostare per studiare, consultare libri e leggere giornali e riviste
usare le postazioni Internet
l’area di ristoro
usare i bagni
Oltre alle consuete prenotazioni online, è possibile telefonare al n. 0444367390 o inviare una e-mail all’indirizzo biblioteca@comune.dueville.vi.it specificando nome, cognome e data di nascita per prenotare anticipatamente i libri e i dvd da chiedere in prestito e portare a casa.
8.060 GRAZIE !!!!!
Ai 45 donatori che, ad oggi, hanno versato al fondo “buoni spesa” 8.060 euro.
Ma rinnoviamo anche il grazie a chi ha sanificato gratuitamente gli automezzi, a chi ha donato mascherine o altri ausili di protezione, a chi ha donato due uova di Pasqua “giganti” o altri beni di prima necessità e ai tantissimi volontari che dal primo giorno dell’emergenza hanno prestato i servizi più diversi, a seconda delle necessità che si presentavano.
Si comunica che ad oggi sono 5 le persone attualmente positive nel nostro comune.
Vogliamo rinnovare l’appello all’utilizzo delle protezioni per naso e bocca, al lavaggio frequente delle mani e soprattutto al mantenimento della distanza (di ALMENO un metro) tra le persone, evitando qualsiasi forma di assembramento.
Lo diciamo perché giriamo anche noi per il paese, andiamo a camminare, in bicicletta, vediamo l’afflusso odierno al mercato e dentro ai negozi. La voglia di “normalità” è tanta, ne siamo perfettamente consapevoli, ma allo stesso modo facciamo nostro l’appello che il Governatore Zaia ripete da giorni durante la conferenza stampa: solo con l’impegno individuale di tutti (che, lo ricordiamo, diventa un impegno COLLETTIVO) possiamo andare verso le totali aperture (sia delle attività ancora chiuse che dei luoghi di cultura, di culto e di sport) piuttosto che verso nuove chiusure e nuove restrizioni.
E’ difficile per tutti, lo sappiamo, ma non rendiamo vani i sacrifici fatti in questi ultimi mesi. Grazie a tutti.
Giusy Armiletti.
Pubblichiamo la nuova ordinanza della Regione Veneto, che riprende i punti previsti dal DPCM che entrerà in vigore a partire da domani. Ricordiamo che in Veneto, a parte pochissime eccezioni che troverete nel testo, se si esce di casa è obbligatorio l’uso di mascherina e guanti (o utilizzo di gel disinfettante). Lo ribadiamo per due motivi: per ricordare un obbligo, se non si rispetta il quale si è passibili di multa e perché la mascherina, oltre all’indispensabile “distanza di sicurezza” tra le persone, è una protezione, per tutti, contro la diffusione del virus, che è ancora presente.
Buongiorno, avendo riscontrato nei due pomeriggi trascorsi un forte rispetto delle indicazioni previste (un GRAZIE sincero a tutti i cittadini per il forte senso di responsabilità e ai volontari che si stanno prestando per l’aiuto in questo) siamo a comunicare che oggi e domani pomeriggio restano validi gli orari già previsti e cioè:
giovedì pomeriggio dalle 15 alle 18
venerdì 1 maggio dalle 15 alle 19
mentre da sabato mattina saranno aperti con orario normale.
Ricordiamo che si potrà accedere solo muniti di mascherina e guanti (o in alternativa gel disinfettante), mantenendo la distanza di almeno un metro da altre persone ed evitando gli assembramenti.
Siamo sicuri che l’attenzione alla salute di tutti e il senso di responsabilità e rispetto delle regole continueranno e per questo rinnoviamo il nostro ringraziamento.
Purtroppo dobbiamo comunicare che le due persone che erano ricoverate in ospedale sono decedute. Alle loro famiglie va il nostro pensiero e la nostra vicinanza.
La vicinanza di una intera comunità.
Attualmente sono ancora 6 le persone in isolamento, che attendono gli appuntamenti per effettuare i tamponi di controllo.
Due, come dicevamo la scorsa settimana, le persone guarite.
Il dato che viene pubblicato sul Giornale di Vicenza, come specificato nella nota, arriva dall’Azienda Zero ed è il dato totale dei contagiati.
Dietro ai “freddi” numeri ci sono persone, famiglie, storie, speranze che si sono affacciate durante i giorni di ricovero e mi risulta particolarmente difficile scrivere questo messaggio oggi.
Rinnovo, a nome dell’intera Amministrazione Comunale, le più sentite condoglianze alle due famiglie colpite da un dolore così grande.
Giusy Armiletti.
“Ora è il momento della prudenza, rispettiamo le regole contro la pandemia”.
Non sono le parole del Presidente del Consiglio, di qualche Ministro o Governatore, di qualche Sindaco di grandi città o piccoli paesi. Sono le parole pronunciate poco fa da Papa Francesco.
Le riprendo, in un momento se possibile ancora più difficile rispetto l’inizio emergenza. Difficile perché tanti sono i giorni che abbiamo passato più o meno chiusi in casa, cambiando le nostre abitudini, rinunciando a tantissime cose. L’abbiamo fatto con grande senso di responsabilità, per cercare di fermare il diffondersi di questo virus che ci ha, letteralmente, cambiato la vita. Ora stiamo affrontando la fase che tutti chiamano di “convivenza con il virus”, ed è una fase dove sicuramente ognuno di noi si aspettava maggiori libertà, dove le categorie economiche, pronte per ripartire in sicurezza, vogliono riprendere a dare il loro contributo per la ripartenza del nostro paese. Penso che nessuno possa avere la “giusta” risposta su quale può essere l’equilibrio economicamente e socialmente accettabile tra ripartenza e tutela della salute pubblica valutando, modelli scientifici alla mano, quale sia effettivamente la percentuale di rischio “accettabile”.
Io credo che dobbiamo, ancora di più rispetto a ieri, fare squadra. A tutti i livelli. E continuare, come dice una persona ben più importante di me, ad usare prudenza, in questa fase di parziale e lento ritorno ad una “quasi normalità”.
Giusy Armiletti.
Nuova ordinanza Regionale in vigore dalle 18 di oggi.
Tra le maggiori novità:
– é consentito lo spostamento individuale per attività motoria e attività all’aria aperta, anche con bicicletta o altro mezzo, in tutto il territorio comunale di residenza o dimora, con divieto di assembramenti e con obbligo di rispetto della distanza di m. 1 tra le persone, salvo quelle accompagnate in quanto minori e non autosufficienti, utilizzando mascherina e guanti o garantendo l’igiene con idoneo liquido igienizzante;
-é ammessa la vendita di cibo per asporto tramite veicolo, senza uscita di passeggeri
-é fatto obbligo per tutte le persone, nelle attività economiche e sociali, di distanziamento di un metro, di copertura di naso e bocca con mascherine e di utilizzo di guanti o di igienizzazione delle mani con apposito liquido
Maggiori info al link :
https://bur.regione.veneto.it/…/pubblica/DettaglioOrdinanza…
Si desidera informare che ripartiranno, con alcune limitazioni, i mercati settimanali.
Si invita ad un’attenta lettura della nota di seguito e a una scrupolosa osservanza.
MERCATO SETTIMANALE DEL MERCOLEDÌ SVOLGIMENTO CON SOLI GENERI ALIMENTARI E CON ACCESSI CONTIGENTATI
Si avvisa che da mercoledì 29 aprile, dalle ore 07:45 alle ore 13:00, si riaprirà parzialmente il mercato settimanale, con i banchi disposti in Piazza Monza limitatamente ai soli generi alimentari.
L’area mercatale sarà opportunamente perimetrata e recintata, con unico varco di accesso sorvegliato su Viale della Stazione, distinto dal varco di uscita sempre su Viale della Stazione.
L’accesso sarà regolamentato dalla protezione Civile di Dueville.
È obbligatorio l’uso di mascherine e guanti, sia da parte della clientela che da parte degli operatori commerciali.
È obbligatorio mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno m. 2. È fatto divieto di assembramenti di persone.
L’accesso deve essere limitato ad un soggetto per nucleo familiare salva necessità di accompagnamento.
POSTEGGI ISOLATI DI PRODOTTI ITTICI DEL GIOVEDÌ POMERIGGIO A DUEVILLE E A POVOLARO
Si avvisa che da giovedì 30 aprile 2020 si riattiveranno i due posteggi isolati i prodotti ittici, a Dueville e a Povolaro.
È obbligatorio l’uso di mascherine e guanti, sia da parte della clientela che da parte degli operatori commerciali.
È obbligatorio mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno m. 2. È fatto divieto di assembramenti di persone.
L’accesso al punto vendita deve essere limitato ad un soggetto per nucleo familiare salva necessità di accompagnamento.
Sarà cura e responsabilità dell’operatore commerciale rispettare e far rispettare alla clientela le misure di sicurezza atte al contrasto e al contenimento del diffondersi del virus Covid-19 (rispetto della distanza di sicurezza di m.2, obbligo di indosso di guanti e mascherine, sia per il venditore che per la clientela e di tutte le disposizioni di cui ai DPCM e Ordinanze Regionali in materia di Coronavirus).
MERCATO AGRICOLO DEL GIOVEDÌ POMERIGGIO A POVOLARO
Si avvisa che da giovedì 30 aprile 2020 riprenderà il mercato agricolo di Povolaro.
L’area mercatale sarà opportunamente perimetrata e recintata, con unico varco di accesso sorvegliato e regolamentato, distinto dal varco di uscita.
È obbligatorio l’uso di mascherine e guanti, sia da parte della clientela che da parte degli operatori commerciali.
È obbligatorio mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno m. 2. È fatto divieto di assembramenti di persone.
L’accesso deve essere limitato ad un soggetto per nucleo familiare salva necessità di accompagnamento.
Buon pomeriggio a tutti, a partire da martedì 28 aprile verranno riaperti i cimiteri, con i seguenti orari:
da martedì 28 a giovedì 30 dalle ore 15 alle ore 18;
da venerdì 1 a domenica 3 maggio dalle 15 alle 19.
Si potrà accedere solo muniti di mascherine e guanti, rispettando il distanziamento sociale ed evitando assembramenti. Per aiutarci in questo si sono resi disponibili alcuni volontari, che ringraziamo sin d’ora.
Sentiamo tutti fortissimo il desiderio di poter andare a trovare i nostri cari, di poter portare un fiore fresco, di poter pulire le tombe, recitare una preghiera. Siamo consapevoli di questo e di quanto difficile sia stato questo periodo, anche per queste chiusure forzate. Vogliamo in tutti i modi dare ascolto a questo desiderio, ma allo stesso modo vogliamo continuare ad operare con prudenza. Per questo motivo partiamo con questa “gradualità controllata”.
Grazie per la comprensione e collaborazione che vorrete portare anche in questa occasione.
Giusy Armiletti.
Nel celebrare un 25 Aprile insolito e inimmaginabile dove gli assembramenti e la partecipazione delle persone sono vietati, a causa del Corona virus, al fine di salvaguardare la salute pubblica ci fa piacere ricordare una nostra illustre e coraggiosa concittadina che è venuta a mancare a 104 anni il 14 giugno 2016: Mary Arnaldi, staffetta partigiana e medaglia di bronzo al Valore Militare.
Ha vissuto una vita lunga e feconda contribuendo a far crescere schiere di giovani e ormai non più giovani, alla scuola della lealtà, della sincerità, della responsabilità, del buon senso; mai dalla sua bocca è uscita una parola polemica o dettata dal risentimento. Eppure nella sua lunga vita ne ha viste di cose ingiuste, meschine, crudeli, assurde e dall’alto della sua coerenza e generosità e per i sacrifici patiti avrebbe potuto giudicare. Un grazie per averci dato una testimonianza che non dimenticheremo mai, perché autentica, limpida, mai imposta.
In occasione del 25 aprile 2011, gli studenti delle classi II C e II E della Scuola Secondaria Roncalli di Dueville realizzarono un video per descrivere la vita di Mary Arnaldi.
Il coordinamento del progetto è stato a cura delle professoresse Maria Rosa Carpentieri e Nicoletta Rocchetto. La voce narrante, nonché delle riprese, montaggio e grafiche sono di Daniele Gaudiosi.
Riportiamo di seguito l’articolo comparso su Il Giornale di Vicenza dello scorso 4 maggio 2016, a firma di Marco Billo (pochi giorni prima della sua morte).
Ha resistito alle crudeltà della guerra, ai nazisti e ai fascisti. Ora resiste con lucidità agli anni che inesorabili scorrono. Oggi Mary Arnaldi, una delle ultime staffette partigiane ancora in vita, compie 104 anni. Medaglia di bronzo per il suo impegno nella Resistenza e sorella del Giusto tra le Nazioni Rinaldo Arnaldi, partigiano medaglia d’oro che salvò dalle deportazioni molti ebrei rifugiati nel vicentino.
Mary vive ancora nella casa di famiglia dove negli anni ha accolto generazioni di giovani studenti per raccontare cos’abbia rappresentato la sua Resistenza e come oggi si possa “resistere” ad una società sempre più in crisi di ideali e valori.
«La Resistenza di oggi è fatta di sacrifici, di impegno nel cercare di dare un senso alle proprie aspirazioni, anche se il futuro appare incerto», dice Mary con un filo di voce. «Non bisogna dimenticare i valori della vita e gli ideali di libertà. Ai ragazzi ho sempre detto di imparare a dare valore alla vita. Potrà sembrare faticoso, ma solo così saranno in grado di fare il bene degli altri». Gli occhi di Mary sono attenti e viaggiano nel tumultuoso fiume di ricordi generato da più di un secolo di vita. I segni del tempo le impediscono di parlare fluidamente, ma i concetti che sono stati forti nella sua vita arrivano fermamente e con nitidezza alle orecchie di chi la ascolta. Valori come la famiglia con i nomi del padre Giustino e dei fratelli Loris e Tom, pronunciati senza esitazioni, o come la frase divenuta nel tempo una sorta di mantra per l’anziana duevillese.
«Ho sempre cercato di fare del bene, anche quando la strada era faticosa da percorrere». Nonostante i 104 anni d’età Mary non ha perso la fierezza che traspare da quella foto scattata nel 1948 quando è stata decorata con la medaglia di bronzo per la partecipazione alla Resistenza. «Mi ricordo i nomi e le facce di tutti quelli che ho portato con me nelle fughe verso la Svizzera. Se avevo paura quando ero staffetta partigiana? Ne avevo certo, ma non abbastanza per farmi rinunciare a quello che volevo fare», afferma convinta. In guerra Mary fu la prima collaboratrice del fratello Rinaldo e assieme a lui si pose sotto la guida di Giacomo Chilesotti. Negli anni l’ultracentenaria si è sempre prodigata per portare avanti i valori che l’hanno spinta a prendere parte alla lotta di liberazione durante la seconda guerra mondiale. La duevillese, infatti, è stata una delle fondatrici dell’associazione Volontari della Libertà di Vicenza. «I giovani per fortuna non conoscono la guerra e spero che non debbano mai assistere a quello che ho visto io», aggiunge. Come ogni anno saranno molti i duevillesi che oggi passeranno per via Arnaldi a fare gli auguri a Mary, quasi fosse un modo per onorare ciò che ha fatto. «Quando ripenso alla mia vita – conclude – provo malinconia perché ormai non posso più uscire di casa e fatico a parlare, ma spero che ciò che ho fatto possa essere d’esempio. Questo mi ripagherebbe più di ogni medaglia».
Marco Billo – Il Giornale di Vicenza
Si comunica che il numero totale di persone positive è pari a dieci. Di queste, due sono guarite e quindi “negativizzate”.
Per le altre sta continuando il periodo di cura e/o isolamento, in attesa dei successivi controlli.
Ci fa tanto piacere inoltre comunicare che due giorni fa abbiamo ricevuto conferma che, ad oggi, nessun tampone positivo è stato registrato presso la nostra Casa di Riposo, nè tra gli ospiti, nè tra il personale.
Buona giornata a tutti, Giusy Armiletti.
GRAZIE !!!
Ad oggi, 3.680 gli euro arrivati per integrare i buoni spesa emergenza Covid 19, da 19 donatori (singoli cittadini e associazioni).
Si allunga l’elenco delle tante, tantissime persone che in questo periodo stanno dedicando tempo, risorse economiche, aiuti concreti, una voce amica alle tante richieste del nostro territorio. A tutti loro va il nostro sentito ringraziamento. Soprattutto perché spesso le persone non hanno neanche bisogno di chiedere, perché l’aiuto arriva in modo del tutto inaspettato e naturale.
Si segnala che ad oggi è di 9 il numero di persone risultate positive al Covid 19. Tale numero comprende anche chi è ufficialmente già guarito o chi ha terminato il periodo di isolamento ma sta aspettando l’appuntamento per effettuare i due tamponi di controllo.
Continuiamo a ripeterlo, la miglior forma di prevenzione è non “dare gambe” al virus, e quindi stare a casa. Uscire solo per comprovate ragioni di necessità, muniti dei dispositivi di protezione che devono essere accompagnati dal distanziamento sociale e dalla raccomandazione di lavarsi o disinfettarsi spesso le mani, evitando di toccarsi naso, bocca e occhi.
Lo raccomandiamo, ancora una volta, in particolare alle poche persone che ancora sembrano non aver capito queste regole.
A tutti gli altri diciamo GRAZIE per la pazienza e il rispetto nei confronti di tutti dimostrato finora.
Giusy Armiletti.
Si desidera informare che con Ordinanza Sindacale n. 34 del 14/04/20 è stata disposta la proroga alla sospensione:
• del mercato settimanale del mercoledì mattina a Dueville;
• del mercato agricolo del giovedì pomeriggio a Povolaro;
• dei due posteggi isolati del giovedì pomeriggio a Dueville e a Povolaro.
Si rende altresì noto che parchi pubblici e cimiteri rimarranno anch’essi chiusi fino al 3 Maggio.
Non vanifichiamo gli sforzi fin qui fatti. Continuiamo, oggi più di ieri, ad adottare comportamenti corretti e a rispettare tutte le ormai, ben note, disposizioni. Qualora la situazione sanitaria dovesse migliorare al punto tale da poter anticipare le aperture, saremo pronti a farlo, immediatamente.
Vedi l’ordinanza del presidente della regione veneto
Questa mattina, come Comune di Dueville unitamente ad uno splendido gruppo di volontari, sono stati aperti in via straordinaria tutti i cimiteri per un controllo e per dare acqua alle piante e fiori che ne avessero bisogno.
L’ulivo, simbolo di questa Pasqua così diversa da come l’avremmo desiderata, è stato posto ai cancelli dei cimiteri.
NON VANIFICHIAMO LE FATICHE CHE ABBIAMO FATTO IN QUESTO MESE COSI’ DIFFICILE PER TUTTI:
Buongiorno a tutti,
come credo molti di Voi, seguo con attenzione tutti i dati che vengono dati dal Governatore Zaia all’ora di pranzo e dal Capo della Protezione Civile alle 18 di sera. E continuo a seguire quanto dicono virologi ed esperti, in particolare dell’ISS e dell’OMS. Tutti stanno dicendo che non è ancora giunto il momento di abbassare la guardia, che ci vorranno ancora giorni per avere conferma che il reale andamento della curva dei contagi possa portare a quella “fase 2” che tutti noi stiamo aspettando.
Per questo motivo, vedendo anch’io un aumento del traffico, delle persone per strada e sapendo quanto potrà essere difficile (ma INDISPENSABILE) restare a casa anche a Pasqua e Pasquetta, sono a rinnovare l’appello: restiamo a casa, continuiamo con i comportamenti virtuosi che abbiamo tenuto finora. Nonostante sia difficile, anzi difficilissimo!
Ieri ho visto il video del bambino siciliano, chiuso in casa, che comunica alla mamma di voler fare la valigia perché non ce la fa più a non poter uscire, non andare a scuola, non andare dal nonno. E ho ascoltato il suo pianto, il suo grido d’aiuto. Sono riuscita a provare a sorridere solo quando ha detto alla mamma “adesso ho bisogno di stare da solo”.
Allo stesso modo so quanto in questo mese genitori, fratelli, insegnanti, nonni si siano adoperati per “alleggerire” questo tempo e trovare modi diversi per impegnarlo, pur restando a casa. Una famiglia (mamma, papà, una bambina e un altro in arrivo) mi ha detto che loro faranno la Pasquetta come da tradizione: pic nic, uova da colorare. La faranno all’aperto, loro tre: scenderanno nel loro giardino.
Perché possiamo, ancora una volta, vivere la “normalità” restando a casa, e attivando le migliori risorse che abbiamo e che in questo mese abbiamo dimostrato, giorno dopo giorno.
Per augurare a tutte le Vostre famiglie, a nome dell’intera Amministrazione Comunale, una buona Pasqua, stavolta come non mai in famiglia, copio il link del video arcobaleni che ci è arrivato dalla scuola Primaria Don Bosco di Povolaro.
Ci farà piacere pubblicare anche altri lavori fatti dai nostri ragazzi e dagli insegnanti, che non possiamo che ringraziare, ancora una volta. Buona Pasqua a tutti.
Giusy Armiletti.
ecco il link: https://drive.google.com/…/1ZIzznxJXyDVNWb8ydVBUoEN1cx…/view
Si comunica che ad oggi risulta essere di 6 il numero di persone positive al Covid 19.
Si conferma l’attivazione di tutti i protocolli previsti.
E si ribadisce l’importanza di continuare con i comportamenti “virtuosi”, che sono la migliore forma di prevenzione che abbiamo per impedire la diffusione del contagio.
Pubblicata l’ordinanza n.37 del Presidente della giunta regionale del 3 Aprile entrerà in vigore da oggi e avrà validità fino al 13 Aprile.
Invitiamo tutti ad un attenta lettura!!!
Tra le maggiori novità:
– obbligo mascherina e guanti all’interno degli esercizi commerciali;
– nuove limitazioni per i mercati.
Buonasera, riscontro i commenti al post di ieri sera, perfettamente legittimi.
Innanzitutto comunico che questa sera siamo a 5 casi, che fortunatamente scendono a 4 se consideriamo che la prima persona contagiata, fortunatamente, è stata dimessa ed è tornata a casa.
Non mi è possibile dare le risposte che sono state poste in alcuni commenti, e non certo per mancanza di trasparenza da parte nostra. Voglio però rassicurare tutti, ancora una volta, che c’è una “macchina organizzativa” avviata, con protocolli stabiliti, per affrontare le varie esigenze che si trovano ad affrontare le persone in isolamento.
Approfitto per comunicare che sarebbe utile, quando si esce di casa per andare a fare la spesa (spero che lo facciamo in modo “contingentato”, non dimenticandoci mai di rispettare le distanze), farlo indossando la mascherina. A questo proposito ricordo a tutti di leggere con attenzione quanto scritto nella lettera che accompagna la consegna degli schermi protettivi da parte della Regione Veneto. Mi risulta che ora si riesca ad acquistare, anche se in numero esiguo, delle mascherine. Usiamole.
Ritornando alla richiesta di essere informati sul numero dei casi positivi nel nostro comune, comunico che cercheremo di farlo settimanalmente, in modo da poter avere maggiori informazioni anche sui casi che escono dall’isolamento.
Infine, ancora per un pò ….. RESTIAMO A CASA.
Buona serata, Giusy Armiletti.
Ben volentieri mi faccio portavoce di un grido d’aiuto che mi arriva dalla categoria “parrucchiere/i e centri estetici”.
Dopo aver visto il video di una mia collega, il Sindaco di Rossano (per chi non l’ha visto, lo consiglio, è stata proprio efficace nel suo messaggio) che tra i vari messaggi tuonava contro le persone che, nonostante i divieti e le chiusure di attività, riuscivano lo stesso a non rinunciare ai vari trattamenti, mi auguravo che a Dueville questo non succedesse.
Sembra che non sia così e che qualcuno continui a farlo, non rispettando le regole (economiche e di correttezza commerciale nei confronti di chi ha chiuso la serranda della quale parlavo in altro post) e soprattutto mettendo tutti in condizione di RISCHIO CONTAGIO.
Non faccio neanche riferimento alle sanzioni, credo siano la cosa “secondaria” in questo momento. Confido molto di più nel buonsenso e nel senso etico di ognuno di noi.
Penso non serva aggiungere altro, Giusy Armiletti.
OGGI E’ PIU’ DIFFICILE DIRE “ANDRA’ TUTTO BENE” MA DOBBIAMO CONTINUARE A CREDERE CHE LE FATICHE DI QUESTE SETTIMANE DARANNO I LORO FRUTTI.
Ne sono convinta. Ma più del parere della sottoscritta, che non ha alcun valore scientifico, ce lo stanno dicendo gli esperti.
Nonostante i numeri drammatici che ogni giorno registriamo.
In questi giorni, oltre all’impegno dedicato alla distribuzione degli schermi protettivi (io mi sono impegnata in particolare nella comunicazione e vi prego di leggere con attenzione la busta che è stata o verrà recapitata in ogni casa – mentre una squadra eccezionale di amministratori e volontari si sta dedicando al preparare le buste e poi a distribuirle) e alle tante mail, telefonate, comunicazioni alle quali dare risposta, ho pensato tanto agli effetti che possono avere, su ognuno di noi, le limitazioni che stiamo vivendo.
Penso ai ragazzi, ai loro insegnanti e al loro impegno quotidiano, penso alle famiglie, penso a chi era abituato ad andare al bar per incontrare gli amici e magari a giocare a carte, penso a chi lavora (magari con apprensione perché non si riesce a garantire la sicurezza dovuta) e a chi ha chiuso la serranda, penso ai dipendenti comunali e a tutte le persone che hanno contatto con il pubblico nelle attività ancora aperte, penso ai nostri sacerdoti e alle nostre suore, che non possono più andare a trovare gli ammalati nelle case, penso agli ospiti e agli operatori della casa di riposo, penso ai nonni che non vedono i loro nipoti da settimane, penso alle persone con disabilità, penso alle persone sole.
E mi dico, visto che passano i giorni e sperimento io per prima quanto difficile sia “reggere” a questa situazione, se non “inventi” ogni giorno nuove modalità comunicative e di pensiero, che devo dire tanti GRAZIE.
GRAZIE a chi sta lavorando perché il paese non si fermi.
GRAZIE a tutte le persone che, nonostante questa fatica, restano a casa, si fanno portare la spesa dai figli, trovano il modo di impiegare il tempo e non si lamentano della situazione.
GRAZIE a tutti i ragazzi e giovani che, con modalità anche diverse perché più “social”, fanno lo stesso, dedicando molto tempo allo studio e alla lettura.
GRAZIE a tutte le persone che, ogni giorno, offrono la loro disponibilità come volontari.
GRAZIE ai nostri medici, farmacisti, infermieri, operatori sanitari.
GRAZIE ad ognuno di Voi, perché le paure e le preoccupazioni per il futuro (che probabilmente tutti abbiamo, e io non faccio eccezione) lasciano lo spazio all’impegno quotidiano, alla speranza, ad una parola buona a chi incontriamo, al rispetto delle regole e alla RESISTENZA..
Come l’immagine che ho scelto per questo messaggio.
Giusy Armiletti
Buon pomeriggio a tutti. Alcuni comuni avevano provveduto, altri (come noi) stavano predisponendo l’ordinanza.
Nel frattempo è arrivata la notizia che l’ha emessa il Governatore Zaia, valida per tutto il territorio del Veneto (prima abbiamo pubblicato il video della conferenza stampa).
Ora, non appena sarà pubblicato sul BUR, allegheremo il testo completo dell’ordinanza, che Vi preghiamo di leggere con attenzione.
In sostanza, si dà attuazione a tutto quello che abbiamo detto e ridetto, fino allo sfinimento, in questi giorni. Non solo a Dueville, perché si potrebbe pensare che siamo solo noi gli esagerati, ma purtroppo in ogni comune veneto, in ogni comune italiano. Situazioni che si stanno ripetendo, ogni giorno, anche se (fortunatamente) da parte di una minoranza dei nostri cittadini. Voglio ricordare a chi sta bene, in salute, a chi anche stamattina passeggiava tranquillamente in coppia senza mantenere le distanze, a chi fa gruppo su alcune panchine (che entro sera verranno tolte) che ci sono persone cardiopatiche, diabetiche, persone diversamente abili per le quali non solo è difficile restare in casa, ma può diventare addirittura dannoso. Noi, che possiamo farlo, inventiamoci esercizi da fare in casa e in giardino. Le passeggiate le riprenderemo a fare, magari tutti assieme così riprendiamo quella socialità che ci è al momento negata, quando questo momento sarà passato.
Fino ad allora, credo che uno sforzo ulteriore da parte di ognuno di noi sia non solo possibile, ma indispensabile.
La notizia della prima persona positiva al Coronavirus ha creato, nell’intero paese, preoccupazione. Tanta. Non poteva che essere così. Non so però, se guardiamo almeno un TG al giorno o leggiamo un quotidiano al giorno, se potevamo pensare che non potesse succedere, che qui da noi potessimo essere immuni da questa tragedia.
Abbiamo forse capito (ma non tutti, evidentemente) che non è così. Vorrei ricordarlo in particolare a chi se ne sta ancora fregando delle raccomandazioni, dell’importanza di uscire solo se necessario e usare le precauzioni che ormai ognuno di noi dovrebbe sapere a memoria.
Ognuno di noi, nel proprio piccolo, può impegnarsi perché questo numero a Dueville non salga.
Stavolta mi rendo conto che questa sembra una vera e propria “predica” e mi scuso per questo, soprattutto con i nostri parroci, impegnati anche loro a vivere questo tempo di Quaresima in modo limitato e limitante. E di proposito non aggiungo foto o slogan, perché voglio che leggiamo con attenzione il testo del decreto. Tornerò ad essere positiva e sorridente, come mi è molto più congeniale, se vedrò che stavolta tutti ci mettiamo il massimo impegno. Tutti.
In questa fase così difficile, mi va benissimo essere il bersaglio di tutte le vostre recriminazioni sul non poter uscire.
Non sono un medico, un virologo, un immunologo ma ho letto tantissimo sulla materia in questi giorni. Sono davvero convinta che alcuni giorni / settimane di disagi e difficoltà siano utili a contenere la diffusione del contagio.
Lo dobbiamo a noi, alle persone a noi care, e a chi indossa quei camici bianchi il cui valore solo ora ci è più chiaro rispetto a quanto davamo sempre per scontato.
Buon fine settimana casalingo a tutti voi.
Il Sindaco, Giusy Armiletti
Buongiorno a tutti. Lo sapevo, lo sapevamo che sarebbe stato difficile restare in casa, ma sinceramente credevo che oltre ai nostri, gli appelli fatti da persone ben più importanti e influenti della sottoscritta avessero effetto, limitassero il desiderio (legittimo e capibile, a tutte le età) di uscire di casa. Non è stato così. Purtroppo questa pandemia ci sta privando di tante, tantissime cose, e una di queste è la relazione, l’incontro, lo scambio di una battuta, una passeggiata lungo le piste ciclabili o le strade del nostro territorio. Credete che sia stato facile per me restare tutto il giorno chiusa in casa ieri? Secondo voi l’ho fatto perché è giusto dare l’esempio? Certo. Ma anche perché se questa, al momento, è l’unica arma che abbiamo per diminuire il contagio (gli esperti dicono che non siamo ancora arrivati al picco massimo e che ci vorrà ancora qualche giorno per vedere gli effetti di queste misure restrittive), io per prima la applico.
Da cittadina, prima che da Sindaco.
Abbiamo ricevuto tantissime segnalazioni ieri, da parte di cittadini che dicevano “scusa ma le regole ci sono o non ci sono? e se ci sono valgono per tutti oppure no?”.
La situazione che stiamo vivendo oggi, 16 marzo 2020, è estremamente diversa da una settimana fa, da due settimane fa, da tre settimane fa. Le restrizioni e i divieti si sono via via inaspriti perché quello che tutti si auguravano, e cioè contenere il contagio, non è successo. E l’intero sistema sanitario sta reggendo sforzi al di là di quello che umanamente si può affrontare. Sinceramente, mi domando se siamo davvero in pochi che guardiamo i servizi alla TV, che ascoltiamo le conferenze stampa del Governatore Zaia, i pareri di virologi, infettivologi, gli appelli dei medici dagli ospedali. Siccome sono sicura che non è così, chiedo ai genitori sicuramente “provati” da questa situazione, a chi vive situazioni difficili in casa (con persone fragili, con disabilità, anziani ammalati) ma anche alle decine di persone che venerdì sera andavano nell’unico bar aperto (annesso ad un distributore) a bere un aperitivo (magari con gli amici), ai ragazzi che si trovano nelle panchine a chiacchierare, alle famiglie che anche ieri si muovevano per andare a passeggio o in bicicletta: ARRABBIATEVI CON ME, PENSATE PURE CHE STO ESAGERANDO, ma per alcuni giorni, per favore, STIAMO ALLE REGOLE, anche quelle non scritte da decreti, ordinanze, appelli. Mio malgrado, proprio perché non è un’attività urgente e indifferibile, ho sospeso anche la consegna degli auguri da parte del Sindaco a tutte le persone che hanno più di 80 anni (ma recupereremo la consegna, lo prometto !!!). Se pensate che per me sia facile prendere certe decisioni, dire alle persone che mi telefonano e scrivere queste cose, vi posso assicurare che è la cosa più difficile che ho mai fatto in vita mia.
Vi prego, stiamo a casa. Grazie per l’attenzione.
Giusy Armiletti, Sindaco.
Buongiorno a tutti. Mi auguro che ognuno di noi abbia ascoltato i messaggi del Presidente Conte e del Governatore Zaia. Messaggi che, oltre a spiegare le misure ancora più restrittive che da oggi ognuno di noi vive, hanno ribadito con forza quanto dura sia la lotta che stiamo combattendo, contro un virus che si sta diffondendo a grandissima velocità. Per il momento stiamo perdendo questa lotta, su tutti i fronti. In primis quello dell’attenersi alle regole che ci vengono date.
Da oggi noi chiudiamo anche i parchi pubblici, come anche altri comuni stanno facendo. E i mercati (anche quello di soli generi alimentari, nonostante sia concesso dal decreto). Dobbiamo stare a casa, dobbiamo muoverci solo per motivi di comprovata necessità.
Che senso ha chiudere bar e ristoranti e poi proporsi tra amici “dai che ci troviamo a casa mia per un aperitivo?”
Che senso ha trovarsi a giocare in gruppo nei campetti, se ognuno di noi potenzialmente può essere un “portatore sano, asintomatico”, che si sente invincibile ma può trasmettere il virus a persone più deboli? Perché muoversi da casa per motivi che possono assolutamente aspettare tempi migliori?
Vi prego, oltre ad osservare in modo assoluto quanto prevedono i vari decreti, mettiamoci ancora più impegno.
Lo so benissimo quanto costa tutto questo (per esempio il non poter andare a trovare la fidanzata che abita nel comune vicino), le difficoltà che ogni famiglia sta vivendo da giorni, quanto possa costare ai giovani non trovarsi sotto i portici del comune o nei vari parchi pubblici, a chiacchierare o ascoltare musica. E so anche quanto facile sia trasgredire a queste che possono sembrare “regole eccessive, che non riguardano noi, perché noi siamo più forti del coronavirus”.
Non è così. Al momento sto piccolissimo essere, al quale ci verrebbe voglia di dire di tutto, è più forte di noi.
Sta a noi invertire la tendenza e dimostrare di che pasta siamo fatti !!!
ANDRA’ TUTTO BENE, lo ribadisco, ma solo se adesso dimostriamo che per noi le regole sono importanti e le sappiamo rispettare. Senza aver bisogno che le forze dell’ordine (un grazie infinito anche a loro, oltre all’esercito in camice bianco da settimane in trincea, per noi) ci fermino e ci multino.
Stavolta allego un video bellissimo: solo i bambini potevano farlo !!!! E spero di vedere tutte le nostre case addobbate con i disegni dei bambini “ANDRA’ TUTTO BENE”.
Grazie ad ognuno di Voi sia per l’impegno personale, sia per quanto potrà fare nel rifiutare inviti di amici, sia nello spiegare il perché.
Giusy Armiletti, Sindaco.
La bellezza ci salverà
Durante i terribili giorni in cui ci stiamo affrontando il corona virus gli animi sensibili di poeti locali ci aiutano ed allietano con i loro versi. Intanto li raccogliamo qui.
Nove Marzo Duemilaventi
Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.
Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Manon ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.
E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere –
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.
Adesso siamo a casa.
È portentoso quello che succede.
E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.
È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.
Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.
Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.
Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perchéun bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.
A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora –
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.
Coronavirus 2020
Gaveva pena scominsià
on ano béco dei bisèsto,
e dala Cina confermà
ch’el xe proprio sensa sèsto.
Dal paese dela séta
on tedesco indafarà,
se ga messo in scarsela
on virus ch’el ga regalà.
Jera el “Covid-dicianove”
nome giusto de sto male,
che col xe rivà da naltri
el ga roto tanto le bale.
“Poco pì de n’influensa
che colpisse a ogni età,
more solo i pì veci
e magari xa malà”.
I dixeva in Italia
bravi e ghemo anca schersà
pa’ mandare tuto in vaca
ma… sol copìn la xe rivà.
Da Codogno fin a Vò
e dopo con la Lombardia,
tuto el resto de l’Italia
i ga messo in quarantia.
Non se pole ndare in giro
darse la man e stare rente,
ma bisogna stare in casa
anca sensa fare gnente.
Rispetando le distanse
se pol ndare a lavorare,
far la spesa e in farmacia…
e tuto questo fa pensare.
Par la strada poca xente
che se varda da distante,
ristoranti e bar sarà…
e tuti col disinfetante.
Chi ga guanti e mascherina
chi va in serca del saòn,
desso l’aria xe canbià…
quasi na disperassion.
Par fortuna che ogni tanto
spunta on bel arcobaleno
coi toseti che ghe scrive:
“Forsa xente che ghe a fémo!”.
IL RITORNO DELLA COMETA
Padre nostro, se sei tu
che covi le uova celesti
da cui spuntano i mondi,
ed è tua figlia questa cometa
che prolunga la sua morte e rompe il
guscio
del firmamento, squittisce le sue miche
di rimasuglio d’astro,
come può l’ala corta della mente
tener dietro al senso dell’universo
senza che tu ti sveli?
E’ breve il passo tra lavita e il niente
di noi mortali, ma lunga la rotta
di questo involucro di stelle.
Insegnaci allora a drizzare
il collo al pane degli angeli
(se c’è quel pane), unisci nel tuouno
ciò che il tempo divide:
la luce e l’ombra,
la veglia e il sonno, l’amore e il disamore.
Sento solo la voce di mio padre nel vuoto,
tornano dall’azzurro le postille
del suo viso bambino, lo vedo
che guarda la cometa varcando la Porta
diFreiburgimBreisgau, seduto
sopra un carro di luppolo. Ma tu,
Padre nostro, se sei nei cieli,
se vuoi che sia santo il tuo nome,
manda una stella ad annunciare il Regno,
si accenda il suo fulgore
i ncielo e nei nostri occhi sulla terra.
Dacci la nostra parte di quotidiana pace,
condonaci il dovere di esserti grati
come facciamo noi
con quelli che ci devono gratitudine.
E non c’indurre nella tentazione
di rinunciare a vivere
per paura dell’eternità.
(daIlritornodellacometa,Padova,
Galleriad’arteA-1,1985einSantidi
Dicembre,Garzanti,1994).
IL CERCATORE
T’HO CERCATO NEL CIELO STELLATO
QUANDO IL BUIO ADDORMENTA I RUMORI
T’HO CERCATO TRA GENTE IMPORTANTE
CHE GUARDAVA MA NIENTE VEDEVA
T’HO CERCATO IN LAGHI PROFONDI
TRA LE FORME DI VITA PIU’ ANTICHE
T’HO CERCATO TRA LE CIME DEI MONTI
MENTRE IL VENTO PARLAVA AL MIO IO
T’HO CERCATO TRA BOSCHI E FORESTE
CON LA PIOGGIA CHE RIGAVA IL MIO VISO
T’HO CERCATO TRA VALLI E DESERTI
PRIVI D’ACQUA CHE DA VITA ALLA VITA
T’HO CERCATO TRA UOMINI BIANCHI
CHE PENSAVAN SOLTANTO ALL’AVERE
T’HO CERCATO TRA UOMINI ROSSI
CONFINATI NEI LOR TERRITORI
T’HO CERCATO TRA UOMINI NERI
RICORDANTI IL SOFFERTO PASSATO
T’HO CERCATO TRA UOMINI GIALLI
CIVILTA’ DI UN IMPERO CHE FU
QUANDO IL TEMPO RUBAVA I MIEI ANNI
M’INCONTRAI CON UN BIMBO AFFAMATO
MI GUARDAVA COI SUOI OCCHI INNOCENTI
CHE PARLAVAN COME UN DOTTO, UN SAPIENTE
TI TROVAI ! E SENZA DIRE PAROLA
TI STRINSI AL MIO PETTO CHE FREMEVA D’AMORE…
Resto in casa
Ghe xe el Coronavirus:
mi desso resto in casa,
la xe na medissina!
e non serve che la piasa.
Bisogna aver pasiensa
e mandare zo l’amaro,
spetare altri tenpi
vedarì che riva el ciaro.
Par desso stémo in casa
come fùssimo amalà,
spetémo che la passa
sémo ancora fortunà.
Pensémo a chi sta male,
xe soli o no ga gnente,
e a chi nei ospedali
lavora tra la xente.
Vardémo on po’ pì vanti:
a sémo ancora sani,
e dopo sopratuto
a sémo italiani.
La storia qua ne insegna
che quando che xe ora
le mejo qualità
savemo tirar fora.
E alora senpre vanti
care persone bele,
che tornaremo a védare
“el sole e le altre stele”.
Sarà in casa
Con el Coronavirus
sémo sarà in casa,
la xe na grande sfida
che piasa o non la piasa.
Parché non se metemo
tuti quanti a far lession?
A dire cossa vedo
proprio fora dal balcon?
Se pole scriver tanto
o fare on bel disegno,
e metere sula carta
tuto el nostro inpegno.
Se le strade xe deserte
viagemo con la mente,
se pol girare el mondo
e sensa spender gnente.
Vardare l’erba nova
e i fiori che spanisse,
le rondini che torna…
el mondo non finisse.
Sa se vardemo dentro
ma dentro par davero,
a ghemo tante robe
che vale el mondo intiero.
Prima de tuto ghemo
la testa par pensare,
e dopo, o prima, el core
che serve per amare.
E quando sta buriana
sarà finìa e passà,
se ghe sarà on voto
qualcun sarà premià.
Tegnerse in forma
Come fémo stare in forma
se la palestra xe sarà?
A curare i muscoleti
e nascondere l’età?
Pa’ fortuna mi go l’orto,
qualche pianta e fiori vari,
che me fa passare el tenpo
e lo fasso sensa orari.
Go tacà co ‘na vanesa
e in tre dì la go vangà,
e pa’ finire l’esercissio
par altri tre go rastelà.
Naltro dì, el malgaragno
con le ortensie go bruscà,
e ligando i rosari
anca el sangue go donà.
Go vardà le margherite
concimando el limonaro,
go scoltà li osei cantare
e fotografà el bronbaro.
Go spassà el marciapiè
e snasà anca le viole,
a me go spalmà la crema
e ciapà el primo sole.
Intanto l’erba del pratin
sta cressendo piano pian,
ma par desso mi so’ stufo…
sarà palestra de doman.
Senza titolo
Dovaremo ringrassiare
faisbuc e uazzap
parche’ de social
semo sta’ inonda’
l’unica contenta
dopo tanto protestar
sarà la svedese Greta
sempre immusona’
la gavea prova’
a farnelo capire
che la terra la xe’ stufa
ma sensa riussire
el virus continuara’
ma tuti capira’ ?
anca el Donald american
con el ciuffo riporta’ ?
desso xe’ tuto ferma’
ma de girar el virus se stufara’
e come tuti i tormentoni
el ‘ ndarà’ fora dai ….
Virus inseminio
All’inissio tanti ga’ pensa’
“ma vala’, le xe’ tute bale”
come falo dala Cina rivare fino qua
ma invesse el mondo xe’ globale
el virus dala Cina l’e’ partio
con l’aereo e taca’ le man
e pian pian sto inseminio
l’e’ riva’ anca sul suolo italian !
Alora Giusy condottiera
ma con gran difficoltà
ga’ segrega’ intiera
tuta la so comunità !
ma quando tuto sarà finio,
e ste’ sicuri che ben finira’
parche’ il virus se ga’ esaurio,
nol conosseva la nostra sanità’
‘ndaremo tuti in piassa
par far festa, belli e fieri
con le trombe e la grancassa
ai nostri eroi,
volontari, medici e infermieri !
Stare distanti
Tuti dixe: “Ste atenti
a rispetare le distanse,
anca solo in do par casa
stè divisi, in do stanse”.
Questo xe esagerà
e lo gavemo capìo tuti,
ma savemo ch’el contato
pole dar cativi fruti.
Se alora in fameja
non se pole fare tanto,
uno solo a far la spesa
con la maschera e guanto.
Chi lavora sta on metro
e qualchedun se fa corajo,
co’ nessuno che te snasa
a se pol magnare l’ajo.
Ma che sofre proprio tanto
xe i morosi e i fa pecà,
ché no’ i pole stare rente
quando i xe inboressà.
I se parla a ogni ora
ma no’ i pole caresarse,
i se sente e i se vede
ma i vorìa anca basarse.
No’ i se varda pì in tei oci
ma solo col telefonin,
i se manda i baseti
ma no’ i pole far cin-cin.
La xe dura pa’ i morosi
in sto tenpo delicato…
vorà dire che anca lori
desso i prova el celibato.
Conpleano 2020
Con el Coronavirus
xe on san Giuseppe strano;
par chi non lo savesse
xe el me conpleano.
Silvana senpre cara,
ma ancò in particolare,
la me soporta, tase
e la me lassa stare.
El dolse con le mandole
che jera in prevision,
diventa de mirtili
che xe a disposision.
La ssena coi parenti
la ghemo rimandà,
non la saria sta festa
se non se sta tacà.
Faremo solo on brindisi
e su apuntamento,
ognun co’ la botilia
e dal so’ apartamento.
Invense la bisbocia
con la vecia conpagnia
a la faremo dòpia:
co’ sta rogna xe finia.
Parché, te spèti on ano
pa’ ridare e schersare
e, colpa sto “Corona”
a non se pol brindare.
E qua ringrassio tanto
in questi tenpi duri,
a quei che par telefono
me ga cantà li auguri.
Spetémo ancora on poco,
festegeremo tuti,
e de sta penitensa
rancureremo i fruti.
Auguri al vate
Al nostro vate auguri
Che ne diletta on fia’
In tinpi cussi’ duri
In meso a sti mala ‘
Intanto speto el tenpo de basi e abrassi tanti
A chi che me vol ben
Ma anca a tutti quanti
E mi che credo in Dio
Me meto in orassion
Spetando a modo mio
Che passa sto ciclon
Ma ghin vegnemo fora
Pi forti de na volta
Spetando drento casa
La strada dea svolta……
Composta di getto da Attila (alias Attilio Gianello) per fare gli auguri a Dino Cisco in tempi di coronavirus
Come in guera
Ormai tuti lo dixe
ca sémo come in guera,
e se non se jutemo
caschemo xo par tera.
Le xe giornate scure
e ore tanto amare,
a sentire i boletini
ne vien da lagrimare.
Però vardemo vanti
e démose na man,
sarà manco fadiga
rivare al doman.
Cantemo dai balconi
e fora el tricolore,
a sémo italiani…
el xe on grande onore.
Ma insieme a tuto questo
bisogna anca scoltare
quelo che i ne dixe
chi che ne vol jutare.
Par questo: stémo a casa
e a fare e robe giuste;
che apena passa tuto
saremo come suste.
La xe ‘na lota dura
ma vegnaremo fora,
e vinseremo insieme
sto virus de la malora.
La xe na guera giusta
e i capi xe in trincea,
a noialtri i domanda
de portare la gamea.
El punàro
Sémo tuti sarà in casa
come fussimo a punàro,
con la caponàra in testa
che fa mastegare amaro.
Ma el punàro me ricorda
che se’l jera ben fornìo,
el valeva na fortuna:
jera tuto ben de dio.
Le galine par el brodo
e faraone cote al forno,
polastreli in poceto
e polenta tuta torno.
Qualche volta i galeti
diventava bei caponi,
e alora par Nadale
se magnava da sioroni.
E ghe jera anca la cioca
coi pulsini e le arne
che a Otobre, pal Rosario,
le gavea la mejo carne.
La pitona, o la pai,
jera brava a coare,
el piton invense, o pao,
te faseva spaurare.
Se ghe jera anca le oche
le vegneva “incoconà”,
le daseva carne e grasso
e le piume ben pagà.
Bele bestie nate a tera
che raspava e becava,
sora el selese ‘e schitava
ma a punaro le tornava.
AURORA
Seduto da troppa stanchezza.
Ti aspetto col cuore in sussulto
D’un manto di rosea bellezza
Si coprono le spalle ed il volto
O luce che svegli il mio di’
Potessi fermarti un momento
Posare il mio sguardo su te
E chiudere gli occhi nel tempo
Vestire di pace il mio cuore
Dar sonno e riposo alla mente
Aprire le braccia all’amore
E chiudere gli occhi per sempre…..
D’un tratto mi sveglia la vita
Mi prende d’un tratto l’angoscia
Sorrido al suo sguardo che passa
E abbraccio così la speranza
E penso alla vita che vive
E guardo al cammino che passa
E sento un suonare di pive
E inebrio il mio cuore che danza
Di gioia e speranza son desto
E vedo il futuro che avanza
E chino il mio capo al maestro
Che dona certezza e speranza
Chiudo i miei occhi sì gonfi
Che stilla o gocce d’amore
Vorrei dare a tutti la pace
Che sgorga copiosa dal cuore
CHI BUSSA ?
IL SOLE CHE DANZA NEL CIELO
UN FRESCO DI BREZZA MI AVVOLGE
IL RAGNO CHE TESSE IL SUO VELO
LO SGUARDO D’UN BIMBO CHE SPORGE
SI CHIUDONO, GLI OCCHI, ALL’AMORE
DI UN SOGNO CHE NASCE ALLA VITA
CHI BUSSA ALLE PORTE DEL CUORE ?
CHI BRAMA LA GIOIA INFINITA !
LA GIOIA DI UN BIMBO CHE RIDE
L’AMORE DI MAMMA CHE DONA
L’ABBRACCIO DI UN PADRE CHE CREDE
LA PACE AD UN VECCHIO CHE PRONA
OH DOLCE INFINITA BELLEZZA
D’UN FIORE CHE NASCE AL MATTINO !
CHE VINCE PAURA E TRISTEZZA
DELL’UOMO, CHE TROVA, IN CAMMINO…
CHI BUSSA ALLE PORTE DEL CUORE ?
LA SPEME DI UN GIOVIN CHE CERCA
IL LAVORO, LA GIOIA, E UN AMORE
CHI BUSSA ALLE PORTE DEL CUORE ?
LO SGUARDO DI UN BIMBO AFFAMATO
CHE PROVA TRISTEZZA E DOLORE
CHI BUSSA ALLE PORTE DEL CUORE ?
IL BASTONE DI UN VECCHIO, PIEGATO,
CHE CERCA CALOR CHE NON MUORE
E MI SVEGLIO AL SUON DI CAMPANA
CHE RINTOCCA IN VALLE DESERTA
OH DOLCISSIMO BRONZO CHE SUONA
QUALE PACE AL MIO CUORE IN RICERCA !
NEL CAMMINO RITROVO IL MIO FIORE
CHE SPRIGIONA PROFUMO E BELLEZZA
AL MIO CUORE APERTO ALL’AMORE
QUALE DONO A CHI VUOL TENEREZZA…
DOLCE ATTIMO
COM’E’ BELLO OSPITARTI NEL CUORE
QUALE DOLCE SORRISO I TUOI OCCHI !
MI COMMUOVE IL SILENZIO DEL MARE
E MI SVEGLIO AL SUON DEI RINTOCCHI
IO TI APRO SE BUSSI AL MIO CUORE
IO TI CERCO SE MI LASCI PER VIA
E TI AVVOLGO IN STRETTE D’AMORE
E TI TROVO, PERCHE’ TU SEI MIA
SENTO IL CANTO D’UN BIMBO CHE PASSA
SENTO MAMMA NINNARE IL SUO BIMBO
VEDO IL GUARDO D’UN VECCHIO PENSOSO
VEDO UN GIOVIN CHE VIVE IL SUO TEMPO
PENSO A QUANDO L’INFANZIA VIVEVO
PENSO AI GIUOCHI D’UN TEMPO CHE FU
VISSI UN TEMPO IN CUI TUTTO CREDEVO
VISSI UN TEMPO CHE ORAMAI NON C’E’ PIU’
ALZO GLI OCCHI PER CAPIRE IL MIO NIENTE
CERCO UN SI’ CHE RINFRANCHI IL MIO CUORE
SONO SOLO, SON DESTO E COSCIENTE
GUSTO IL SOFFIO DI UN GIORNO CHE MUORE.
EL MASSOLIN
A LE QUATRO DEA MATINA
ME POPA’ EL GERA IN CUSINA
E ME NONA GERA FORA
AVENDOSE SVEIA’ PRIMA ’NCORA
ANCA ME MAMA GERA DA BASSO
E MI DORMIVO COME ON TASSO
TUTI SVEJI PAR FAR FOGO
SCALDAR L’ACQUA DE LA CALIERA
INPIENA’ DA IERI SERA
DA DISTANTE NA LUCETA!
EL MASSOLIN, IN BICICLETA
COL TABARO SO LE SPALE
E LA GANBA SOL PEDALE
A URTARE A PI NON POSSO
PARCHE’ EL PESO DE LA SPORTA
NO TIRASSE VERSO EL FOSSO
L’E’ RIVA’, EL XE QUA
EL MASSOLIN DE LA CONTRA’
TUTI QUANTI SE AGITAVA
ANCA MI ME GERO ALSA’
SOLO EL MAS-CIO CONTINUAVA
A DORMIRE SPANTASSA’
ON CAFE’ COL BACHETELO
CON LA GRASPA IN CORESSION
E…SU VIA VERSO EL PORTELO
CHE XE ORA DE SANSION
UNO CORE NEL STALOTO
PAR CHE’L MAS-CIO SE DOMANDA;
COSSA XEA STA CONFUSION
SE POL FARE DOMAN OTO
SENSA TUTA STA PRESSION!
E IN QUATRO E QUATRO OTO
SO LA MESA EL XE DISTESO
EL SILENSIO EL XE CALA’
E ANCA EL MAS-CIO GA PERSO EL FIA’
ACQUA CALDA! MA NO MASSA,
DA VODARE CO LA CASSA
SORA EL PELO DA GRATARE
PARCHE’ DOPO PASSA CANCIO
EL STRASSARO TUTO FARE
GNANCA LE ONGE SE BUTAVA!
ANCA QUELE EL COMPRAVA!
FINALMENTE PICA’ VIA
SOTO EL TRAVE DE LA LOSA,
SE VARDAVA MISSI IN POSA
QUANTO LARDO CHE’L GAVEA
DOPO AVERLO SGIOSSOLA’
EL SE STENDEVA SORA LA TOLA
EL FASEA PARFINA GOLA…..
CARNE DE SALADO, CARNE DE CUISSIN
CARNE DE LUGANEGA…..
VERO CONPARE ! ‘NDEMO IN CANEVA
A GO LA GOLA SECA, VODEME ON PO DE VIN!
QUANDO VEGNEVA SERA
SE FASEA LA CONTA!
SO LA ROBA PICA’ VIA
SORA LE STANGHE VISSIN A LA SCANSIA!
QUANTA GRASSIA DE DIO!
SON SICURO CHE GAVI’ CAPIO!
I GERA ALTRI TENPI
NO SE GAVEA LA SPUSSA SOTO EL NASO
E TEGNERE EL MAS-CIO NO GERA ON CASO!
IN FAMEIA SE GERA IN TANTI
E EL MAS-CIO SFAMAVA TUTI QUANTI !
PARE, MARE E FIOI COI VECI SENSA FRONZOLI
TUTI CONTENTI QUANDO SE CONPRAVA I LATONZOLI
ONCO’ I TENPI XE CANBIA’
GHE ‘NDEMO DRIO, BRONTOLEMO ON FIA’
NO GHE XE PIU’ POSTO PAR EL STALOTO
E LE NOSTRE CASE LE XE ON SALOTO
RINGRASSIEMO DIO CHE NO NE MANCA GNENTE
PARCHE’…… VEDIO GENTE
ONCO’ FEMO NA VITA DE PRESSA
MA NE LE NOSTRE TOLE, NO MANCA MAI NA FETA DE SOPRESSA.
Fémo i conti
Forse xe on po’ presto,
ma mejo scominsiare
a fare quatro conti
par non dismentegare.
Da on mese a sta parte
i prèdica de stare
tuti sarà in casa
e poco caminare.
Portare fora el can
ma sensa ndar distanti,
da soli a far la spesa:
le xe robe inportanti.
E qua a ben vardare
on risparmio ghe xe xà,
no’ consumemo scarpe
e sparagnemo el fià.
La spesa de la palestra
la ghemo cancelà,
e sensa el grata e vinci
ghe ghemo guadagnà.
Se la machina in garage
non la consuma più,
chi vuto che gh’inporta
s’el petrolio va in sù.
Ma xe anca giusto dire
che i disinfetanti
i và a peso d’oro
co’ mascherine e guanti.
Ca sémo on po’ pì néti
la xe na verità,
però, xe mejo sani,
poareti e in libertà.
El Salbanèlo
Salbanèlo, fiol dei boschi,
forse na divinità,
Silvanus, xe nome latin
e col xe nato non se sà.
Fauno mezo diavoleto
con Bacco senpre in festa,
sensa sòcoli ai piè
e i corni sula testa.
Sa volemo l’è vivace
come on dìscolo putèlo,
che no’ tase e no’ sta fermo
“te sì come el Salbanèlo”.
El xe grande come on scheo
e i lo ciama saltafosso,
a ghe piase fare schersi
e vestirse anca de rosso.
Jera senpre colpa sua
par la roba che mancava,
e magari dopo o ano
de drio casa i la catava.
El jera bravo fare i gropi
ale corde e ai sogati,
che par descatejarli
jera na roba da mati.
Con le tresse dele tose
ala matina incatejà,
“a xe sta el Salbanèlo”
o el moroso inboressà?
De giorno el Salbanelo
nol se vedeva mia,
ma solo co’ xé sera
dopo l’ultima ostaria.
Grassie
Grassie a tuti i dotori
infermieri e personale,
a tuti queli che lavora
par la cura de sto male.
Lori xe i pì esposti
ma i pensa al nostro ben,
lori no’ i se tira indrio
e i lavora a tenpo pien.
Con i segni sora el viso
dele maschere stanpà,
no’ i se ferma dala fatiga
e dai turni massacrà.
No’ i ga tenpo de pensare
se bisogna stare atenti,
e come fare ala sera
saludare i parenti.
E bisogna ringrassiare
la Civile Protession,
brava xente che lavora
e senpre a disposision.
No’ i se tira mai indrio
e i core senpre vanti,
no’ i serca le medaje
ma jutare tuti quanti.
E ghe xe el volontariato
che in silensio dà na man,
lu nol vole gnanca grassie
e sensa tanto far bacàn.
Questi, xe da ringrassiare,
questa, xe la nostra xente
che ghe piase lavorare
e ghe méte core e mente.
Mondo-virus
I ga dito che la va mejo
ma però no’ a xè finìa,
ànsi i dixe a sarà lónga
xe pì grave in Lonbardia.
Mexo mondo xe malà
e quel’altro in pensiero,
sperava che sta bonba
no’ scopiasse par davero.
E pensare che l’Italia
gavea dito cossa fare,
a gavévimo inparà…
ghe bastava de copiare.
El biondin, siór inglese,
el ga dito: “lassé stare,
móre solo i pì veci
continuè a lavorare”.
La Germania e la Francia
anca lóri ga spetà,
e la Spagna poareta
pàga on conto ben salà.
El pì grande american,
e on pocheto sparonson:
“a xe colpa dei cinesi
e mi sàro el porton!”.
Ma sto càncaro de virus
no’ ga visto le frontiere,
e purtropo dapartuto
el ga fato el só mestiere.
Anca chi non lo voleva
a fare i conti ga tacà,
tuti se ga messo in fila
e le braghe i ga calà.
Gli odori
A gavémo sinque sensi:
e la vista de sicuro
xe la prima che ne mostra
belo, bruto, ciaro e scuro.
Con le rece a scoltemo
i osèi a cantare,
e in silensio la natura
la ne insegna a pensare.
Con el gusto assajemo
sia el dolse che l’amaro,
el salà, el coto e el cruo
e diventa tuto ciaro.
Con el tato dela man
caressémo el putèlo,
e l’atresso de lavoro
anca rùspio el xe belo.
Su l’odore non se pole
né vardare e né scoltare,
de gustare non parlemo
e sicuro, non tocare.
Se el xe bon, el xe profumo
che te ciapa e ména via,
e la vita te incolora
con la pura fantasia.
On bel fiore opure el pan,
la fugassa in cuxina,
el mosto pena vendemà:
i xe odori-medissina.
Se però te vè in stala:
qua l’odore xe canbià,
denso, caldo che te ciapa
e dapartuto el xe tacà.
Come rènte al luamaro
tra el mas-cio e la mussa,
qua l’odore xe pì aspro
ansi no, diventa spussa.
LA BICICLETA DE ME POPA’
QUANTA STRADA CHE LA GA FATO
FIN NOVENBRE SESSANTOTO
IN ON GIORNO COME ON ALTRO
QUANDO EL FILO SE GA ROTO
I PARTIVA LA MATINA
LU E LA SO FIDA BICICLETA
EL LA TEGNEVA PAR MANINA
COME LA FUSSE LA SO TOSETA
GERA PRESTO, TANTO PRESTO
ANCA QUANDO GERA INVERNO
COL SO PASSO TANTO MESTO
EL PARTIVA PAR L’INFERNO
GHE PIASEVA A LAVORARE
GERA BRAVO NEL MESTIERE
EL MURARO EL SAVEA FARE
EL COREVA AL SO CANTIERE
MA LA SCHINA MALANDRINA
LO TRADIVA MASSA SPESSO
E CUSSI’ QUALCHE MATINA
EL PARTIVA CON EL GESSO
EL GAVEA FATO LA GUERA
SETE ANI LA SO DOSE
L’E’ TORNA’ CO I PIE PAR TERA
COI PIOCI, CARE SPOSE!
ME RICORDO CHE NA VOLTA
SON ANDA’ NEL SO CANTIERE
EL GAVEA LA GOBA STORTA
E NA SCALA DA ARMARE
MI PUTEO, NO CAPIVO
LA SO GRANDE SOFERENSA
MA RICORDO, VE LO DIGO
GERA CARA LA ME PRESENSA
E LO VEDO VERSO SERA
CON LE GANBE CHE PIEGAVA
LA STANCHESSA TUTA INTIERA
COME ON MUSSO SOPORTAVA
EL SPERAVA NEA PENSION
CON I ANI DEA GUERA
MA NISSUNA REMISSION
E LU ZO, SENPRE PIU’ IN TERA
DOPO XE RIVA’ NOVENBRE
GIUSTO EL MESE DE MIGRARE
E LU GA PENSA’ DA SENPRE
CHE XE EL MESE DE PARTIRE
IN SILENSIO XE PASSA’
EL SO ANGELO CUSTODE
CHE SAN PIERO GA MANDA’
SO LA TERA A PORTAR LODE
MI SON QUA,STO RIPOSANDO
STE CONTENTI COME MI
NO GHE XE NISSUNI AL MONDO
CHE POL DIR SLUNGHEMO ON DI’
CARA MORA STEMO INSIEME
MI TE SPETO AD ARCUGNAN
TE ASSICURO, TUTO BENE
E SU, DEMOSE LA MAN!
E PO ON GIORNO QUANDO IN CELO
VEDAREMO EL SALVATORE
NO GHE XE PIU’ NESSUN VELO
CHE DIVIDA EL NOSTRO AMORE
STE CONTENTI, MI VE SPETO
CHE QUASSU’ ME TROVO BEN
FIN CHE’ ON GIORNO L’ANGIOLETO
PASSARA’ A TAIARE EL FEN
MI VE ASSO LA BICICLETA
CHE LA GA FATO TANTA STRADA
E VE SPETO, SENSA FRETA
A LA FINE DE LA STRADA.
EL TINELO
SOTO EL PORTEGO DE LA LOSA
SE VERZEA NA PORTA ROSA
CHE PORTAVA NEA CUSINA
DRITO LA PORTA DE LA CANTINA
GIRA A MANCA NEA CUSINA
GHE XE A PORTA E EL SALTARELO
TE LO GIRI VERSO MATINA
TE TE TRUVI NEL TINELO
ME RICORDO CHE LI’ DENTRO
NO GHE GERA TANTE COSE
NA CUSINA COL CANON
E NA TOLA SOL CANTON
ON RIFUGIO NE L’INVERNO!
INVESE, FORA, NEVE E GELO!
EL PAREA PROPRIO ON INFERNO
COME SCRITO NEL VANGELO
SORA LA STUA COLOR DE LATA
SE TROVAVA NA PIGNATA
CON EL CULO TUTO NERO
COME QUEO DE ON CALIERO
“MINESTRONE CON FASOI”
EL MENU’ DEI PORI FIOI
CON NA COESSA DE PORSEO
TANTO EL GERA SENPRE QUEO
E NA TECIA DE CORADEA,
I PULMUNI DEA SORANA,
ON PANARO DE MARANEA
E ACUA FRESCA DE FONTANA
CORADEA NO ME ‘NDAVA
GERA MEIO EL FEGATO COL DURON
CHE NE LA TECIA EL PIPAVA
E PO EL FINIVA NEL PIGNATON
PASTA SUTA CON BUEE DE GALINA
E NA S-CIANTA DE LUGANEGA
GERA PROPRIO NA DELISSIA EL MENU’ DE NONA PINA!
NA FAMEIA DE SIE BOCHE
CON DU NONI E I GENITORI
PO, DO FIOI CON LE BOCHE
CHE MAGNAVA ANCA LORI
SORA LA TOLA ON BEL POENTON
NEL PANARO DISTIRA’
CHE SPETAVA EL SCOPETON
CHE SE GERA RITIRA’
SORA LE BRONSE CHE SCOTAVA
ON RADECIO DE CONTORNO
CHE COL LARDO SE CONSAVA
E PO POENTA, E POENTA E POENTA
CHE LA PANSA TE INPIENAVA
DIGESTIONE ON POCO LENTA
PO….PENSE’ DOVE CHE LA ‘NDAVA
XE CUSSI’ CHE SE MAGNAVA
NO GHE GERA L’ANTI PASTO
NO GHE GERA GNANCA EL MISTO
GERA TANTO SE EL PIRON
EL SAVEA DA SCOPETON!
NO MANCAVA TUTAVIA ON TOCHETO DE ALEGRIA
CHE ME NONO BATEZAVA CON ON FIASCHETO DE GRASPIA
GERO BOCIA E GERA BELO
ME RICORDO CHE ME NONO
EL FASEA DA PONTESELO
SOE SO GANBE GERO IN TRONO
DONDOLAVO, RABALTAVO
CONTENTESSA GERA MIA
E PO PRESTO ME ALSAVO
NO VE DIGO NA BUSIA!
E CUSSI TI SI PASSA’
TANTO PRESTO, MASSA PRESTO!
CARA DOLSE FANCIULESSA
EL RICORDO TORNA MESTO
A CHEI GIORNI SENSA ETA’.
Sémo picoli
Forse l’omo se ga incorto
e finalmente ga capìo,
che nol xe cossita grande
e non pol sentirse on dio.
Le sità pi’ grande al mondo
scolorìe se ga fermà,
solo case e monumenti:
cartoline inanimà.
Se le fabriche xe ferme
come la circolassion,
strade e piasse sensa vita
le xe na desolassion.
E la xente sarà in casa
nel silensio dela sera
la xe tanto spaurìa
prega, canta e la spera.
Sémo pìcoli nel mondo
e de pì ne l’universo,
ma vorìssimo conprare
tuto quelo pa’ traverso.
L’ò ga dito anca el Papa:
“sémo tuti in mexo al mare,
so’ na picola barcheta
e… jutémose a remare”.
Sémo parte de on tuto
che se ciama umanità,
ma insieme ai difeti
ghemo tante qualità.
E no’ stémo misurare
chi ga fato el di pì,
ma démose da fare
e remare dì par dì.
Non sémo soli
Forsa che non sémo soli
e insieme ghe la fémo,
ghemo visto i primi fiori
e dopo i fruti gustaremo.
Sì, ghe vole la pasiensa
fare i bravi e non molare,
ma se sente on aria nova
che fa voja respirare.
A ghe xe chi canta e sóna
dopo el turno de lavoro,
e che ne domanda solo
de far parte de sto coro.
E tanti grandi artisti
tuti insieme da distante
che i se fa sentire rente,
xe on segnale inportante.
E in più ghe xe Paesi
che ne inpresta i dotori,
i ne porta atressatura:
anca se no’ i xe i pi’ siori.
E tuti queli che lavora
sarà dentro a na stansa,
i xe come on sole novo
primavera de speransa.
Sémo fora da l’inverno
e i segnali ghe xe xà,
continuemo, sù la testa,
anca questa passerà.
Forsa xente, ca vinsémo
e se fémo la nostra parte,
desso che non sémo soli
a rabaltemo tola e carte.
31 Marso
Sta matina el calendario
dixe: marso xe finio,
qua bisogna fare i conti
e me vardo suito indrio.
El xe sta on mese stranbo
e dal virus rovinà,
el ne ga tajà le ganbe
e robà la libertà.
Ma volendo ragionare
no’ xe tuto da butare,
tra discutere e pensare
el xe sta on bel dafare.
Restando sarà in casa
gnente pì inquinamento,
chi ga leto qualche libro
ga smosso el sentimento.
Scoltà musica pa’ radio
e vardà television,
no’ la xe na bruta roba
la xe sta na ocasion.
Telefonare a on amico
o ai parenti pì distanti,
sentirse pì vissini
le xe robe inportanti.
Se lavora anca da casa
e la vita va pì pian,
chi ghe piase la cusina
ga provà a fare el pan.
A se xuga a scopa in dó
e i reati xe calà,
prevision de fine ano:
aumenta la natalità.
LE BRAGHE DE FUSTAGNO
LE GERA BRAGHE LUNGHE, LE SE PORTAVA LA FESTA
LE GA CONPRA’ ME MAMA DAL MORO DE LA BRESPA
CHE SE FERMAVA IN PIASSA EL GIORNO DE LA FESTA
NA BOTA DE TRONBETA; EL MORO SAVEA FARE!
LE DONE CHE COREVA ANCA SOLO PAR VARDARE
EL COLORE GERA DE ON VIVO MARON CIARO
CON LE RIGHETE STRETE E LE SCARSELE A GNARO
ME LE GO PROVA’ DA DRIO AL BIROCIN
E GERO NUDO COME ON PULSIN!
PERO’ NISSUNI GHE BADAVA
PARCHE’…. CUSSI’ LA ‘NDAVA
PAR MI LE GERA MASSA LUNGHE
MA ME MAMA NON GHE GA SENTIO
PARCHE’ “TE CRESSI! GHETO CAPIO!”
GO DOVUDO TASERE E VEDARLE, SORA EL RABOTO,
GIRA’ IN PRESSA IN QUATRO E QUATRO OTO
LE PORTAVO SOLO LA FESTA E LE CONSUMAVO POCO
PERO’ CRESSEVO A POCO A POCO…..
EL PRIMO RISVOLTO XE STA’ SLUNGA’
EL ME PAREVA DE ON COLORE DIVERSO DA QUELO CHE GO CONPRA’
EL TENPO PASSA; SECONDO GIRO SORA EL RABOTO
LE ME PAREVA LE BRAGHE DEL VECIO CARLOTO.
DE TRE COLURI SENPRE PIU’ SCURI ….
VE LO DIGO MI. STE SICURI……
XE FORTE EL FUSTAGNO MA I ANI PASSA
EL CULO SE CONSUMA, EL GA BISOGNO DE NA PESSA…..
DETO, FATO, LA ME GA FATO ON CULO QUADRATO…..
SLUNGA, SLUNGA, SLUNGA…..NO GHE XE PI BRAGA….
E ADESSO ME MAMA COSSA CHE LA FAGA …
LA FANTASIA XE TANTA E LA GA INVENTA’ IN SORTE
ON PAR DE BRAGHE CORTE…..
NO LE GERA PIU’ DA FESTA !
CUSSI’ NE LE SCARSELE
GHE METEVO LE BALETE DE VERO
E NO ME PAREA VERO!
CHE FINE CHE LE GAI FATO
XE ANCORA ON MISTERO.
PERO’, A DIRE EL VERO,
MI ME PAREVA CHE, A PARTE EL PATELON,
LE FUSSE DOPARA’ PAR LUSTRAR LE SCARPE COLOR MARON!
ALTRI TENPI, ALTRA VITA !
CUSSI’ VE LA GO DITA!
PERO’ GERA BELO
ANCA SE PORTAVO SENPRE LE BRAGHE COL TASSELO!
MAMOETA VEGNO!
SE PARTIVA LA MATINA
SENSA VOIA DE ‘NDAR SCOLA
LA SACHETA SO LA SCHINA
COL PANIN CHE FASEA GOLA
EL MAESTRO NE SPETAVA
SO LA PORTA SENPRE IN PIE
UNO A LA VOLTA EL NE VARDAVA
SE GAVIVIMO LE SCARPIE
SCUMISSIAVA LA LESSION
TUTI IN PIE PAR LA PREGHIERA
LE MAN GIUNTE IN ORASSION
E ON SORISO DE BONA SIERA
MI PENSAVO A LA MAMOETA
CHE ZUGAVIMO A MARENDA
GIRO I OCI IN PIROETA
SO LA FINESTRA DRIO LA TENDA
FINALMENTE LA CANPANEA
ZO DE CORSA PAR LE SCALE
EL PANIN IN TE NA SCARSEA
ME PAREA DE AVER LE ALE
MAMOETA VEGNO!
SE DISEA CON FORSA
SALTA CHE TE TEGNO!
RISPONDEA LA MUSSA
SENPRE RUTI I TRAVERSUNI
QUANTE PACHE SE CIAPAVA
SE SPACAVA ANCA I BOTUNI
E NISSUNI CHE MOLAVA
IN MUDANDE SE RESTAVA
PAR NON CEDARE ON MOMENTO
SE QUEO SORA NO MOLAVA
TE FINIVI SOL CEMENTO
QUANTE CORSE, QUANTI SALTI
TENPI MORTI NO GHE GERA
SE SENTIVIMO INPORTANTI
COME I EROI CO LA BANDIERA!
FINALMENTE RIVA ON BOTO
ANCA LA SCOLA XE FINIA
TUTA LA ROBA IN ON FAGOTO
VIA DE CORSA A CASA MIA
SE PARTIVA TUTI INSIEME
TUSI E TOSE VERSO CASA
POCA SIENSA E TANTA SPEME
DE TROVAR LA MAMA A CASA
SO LA STRADA DE GIARON
AFIANCA’ DA NA MURETA
TE TROVAVI AL PONTARON
DISEGNA’ NA BEA CROCETA
SE LA MEMORIA NO M’INGANA
ME RICORDO CON PASSION
CHE NA BAGOLI, PUTEA SANA,
LA SE MORTA PA ON URTON
MI VORIA SAVERE TANTO
DA CHI GA DESFA’ LA MURA
DOVE XE FINIA INTANTO
QUEA CROCETA TANTO PURA
DE SICURO IN PARADISO
IN MEZO AI ANGELI CONFUSA
VEDAREMO EL SO BEL VISO
CON VISSIN SO NONA ROSA.
Sui social
Un piccolo florilegio delle innumerevoli battute circolate a più non posso nei social durante questo periodo
Piza e tripe
Sémo come in clausura,
stare dentro a ne pesa,
ma se pole ordinare
e a farse na sorpresa.
Co’ te riva la piza casa
a diventa suito festa,
e se verxe na botilia
ansi, mejo una a testa.
E magnando con le man
a se torna on po’ putei,
opure in conpagnia
ricordando i tenpi bei.
Se parlava dele tose
e de quele che ghe stava,
dele filie de Maria…
quante bale se contava.
Col bicere dela stafa
dopo graspa e amaro
a se ndava driti in leto
che jera quasi ciaro.
Con el cerchio ala testa
e la boca inpastà,
el dì dopo se diseva:
“nol xe vin de qualità”.
Anca le tripe col poceto
le portava alegria,
a ghin jera senpre in frizer
ma la scorta xe finia.
E non se pole prenotarle
fin a che ghe xe sto “coso”
ma questo non vol dire
ndare in Casa de Riposo.
Se le tripe xe finie:
ridi e magna roba sana,
col vin bon in conpagnia
e par finire… la putana.
RISVEGLIO
CHE BELLO SALUTARTI AL MATTINO, SIGNORE!
LA GIORNATA SI APRE AL SORRISO
MI VOLGO A TUA MADRE COL CUORE
E ASSAPORO UNA STILLA DI PARADISO
TI GUARDO, DUE OCCHI SPLENDENTI
CHE CONSOLANO UN CUORE SMARRITO
LO SGUARDO DI UN DIO FRA LE GENTI
TRASFIGURATO D’AMORE INFINITO
E MI CHIEDO IL PERCHE’ DEL TUO AMORE
IL PERCHE’ DI UN DIO UBBIDIENTE
AD UN PADRE CHE FIN DALL’AURORA
CONCEPIVA IL TUO SI’ NELLA MENTE
LE TUE MANI BENEDICON COL SEGNO
LE TUE BRACCIA ACCOLGON PER VIA
IL TUO CUORE SI OFFRE SUL LEGNO
GIUSTIFICHI E VITA ALL’ANIMA MIA
LA MIA VITA SI SVEGLIA OGNI GIORNO
FIN CHE TU VORRAI DARMI RESPIRO
CHINO IL CAPO ED ASPETTO IL RITORNO
TRA LE BRACCIA CHE TANTO SOSPIRO…
STAGIONI
IRRUENTE, FRIZZANTE, SPUMEGGIANTE.
TI PRESENTI IMPROVVISA
DOLCE STAGIONE VESTITA DI SPERANZE
COL PROFUMO DELLA GIOVENTU’
E….. QUASI TREMANTE MI ABBRACCIASTI
PER ACCOMPAGNARMI IN SENTIERI
TRA PRATI FIORITI E BACIATI
DA UN SOLE CHE MAI TRAMONTAVA…
OH! VENTICELLO SCHERZOSO
CHE ACCAREZZAVA IL MIO VISO
CON PREMURA DI MANO AMOROSA
E TURBAVI IL MIO CUORE IN TEMPESTA…
TI ASPETTAVO, SI TI ASPETTAVO,
MA IL TUO ARRIVO MI COLSE INDIFESO
E INEBRIASTI IL MIO CUORE E…
CONFONDESTI LA MENTE.
ECCO IL TEMPO DI GUSTARE IL TUO DONO
CHE ABBONDANTE ELARGISCI NEI CUORI
EBBI IL TEMPO DI SENTIRE QUEL SI
CHE SI OFFRIVA ALL’ANIMA MIA.
FOSTI BREVE, FORSE NO…
TRASFORMASTI I SOGNI IN REALTA’
LE LACRIME IN SORRISI
I TIMORI IN GIOIA PIENA.
QUANTO SBATTERE DI ALI…
QUANTI DOLCI ABBRACCI…
QUANTI SGUARDI…AL DOMANI
QUANTI SI SPERANZOSI.
E PASSANO, SI RINCORRONO…
SENZA SOSTA FAN CATENA TRA LORO
GLI ANNI. QUELLI DELLA TIMIDEZZA
ABBRACCIANO QUELLI DELLA MATURITA’.
LE SPERANZE DIVENTAN REALTA’
E I “PENSIERI” FAN LORO COMPAGNIA.
E’ UNA FORZA CHE TI SPINGE AL DOMANI
COL VIGORE NEL FIORE DEGLI ANNI.
QUAND’ECCO SI APPROCCIA L’AUTUNNO
QUANTE FOGLIE TU VEDI CADERE
E POTRESTI CHIAMARLE PER NOME
PER DAR VITA A NUOVE SPERANZE.
COSI’ PORGI L’INCERTA TUA MANO
ED ACCOGLI IL SUO DOLCE SGUARDO
COL CORAGGIO DI CHI HA VISSUTO
LE STAGIONI DEL FARE.
ORA E’ TEMPO DI CALDE AMICIZIE
QUALE LINFA CHE NUTRE IL TUO IO
ORA E’ TEMPO DI AGIR DEL VILLANO
CHE RACCOGLIE CON CURA I SUOI FRUTTI
ORA E’ TEMPO DI FARE IL PITTORE
CHE NEL MENTRE DIPINGE UN SENTIERO
TRACCIA UN SEGNO E BIFORCA LA VIA
CON GLI OCCHI RIVOLTI AL FUTURO
ORA E’ TEMPO DI FAR LO SCRITTORE
CUI NON SERVE SFORZAR FANTASIA
CHE LA VITA HA GIA’ DATO DI SUO
TRA CAREZZE E SENTIERI TORTUOSI
OHHH! STAGIONE DEL TEMPO, BEATA
UN SORRISO VALE PIU’ DI UN DOTTORE
UN CENNO VALE PIU’ DI UN DISCORSO
ED MI ASPETTO UN TUO SI GENEROSO…
E COSI’ SOGNANDO
E COSI’ SPERANDO
E COSI’ VIVENDO…
ASPETTO UNA NUOVA PRIMAVERA.
Casa nostra
Penso che el Coronavirus
ga portà na evolusion,
e casa nostra la ga visto
sia disgrassie che ocasion.
Robe nóve in entrata
che el virus ga portà,
sia guanti e mascherine
xe na dura realtà.
Ma co’ riva in cusina
patatine con fritura,
a se alsa el morale
e diventa festa pura.
E se questo xe banale
ghe xe anca altri piati
“escargòt”, sarìa corgnoi,
par palati delicati.
E se ndemo in saloto
l’è on teatro senpre vèrto,
comèdie, òpere, tragèdie
opure solo on concerto.
Tuta roba de valore
ocasioni da sfrutare,
e scoltare grandi artisti
sensa gnanca prenotare.
Nela camera i me dixe
che se inventa robe nove,
a se fa esperimenti
e in copia anca le prove.
E se in tuto el garage
a xe pieno de scarpie,
in càneva invense
le botilie xe finie.
Consigli
Mascherine…
Ma le mascherine serve?
Quando xe ca le doparemo?
Quale xele le pì bone?
Se le usemo se salvemo?
Le xe quatro bele domande
e chissà quante gh’in sarìa,
con tuti che risponde:
“la rason xe quela mia”.
Par qualcuno a l’inìssio
a non le serviva a gnente,
ma pian pian le xe fiorìe
sula facia dela gente.
Co’ te ndavi a conprarle
tra boteghe e farmacie,
tuti quanti rispondeva:
“me dispiase, le xe finie”.
Le vegneva dala Cina
i le fasea soltanto là,
“a non se ciapava gnente
gavemo delocalizà”.
Però adesso le fa gola
e ghe se guadagnare,
grandi e picoli ga dito:
“sì, stavolta se pol fare”.
E gh’in vole anca tante,
xe da usar na volta sola,
e magari con i filtri…
e qua, la fantasia vola.
I ga usà un po’ de tuto
coi tessuti bruti e bei,
filtri dele sigarete
e quelo dei panesei.
Gaveo smesso de fumare
e me parea de star benon,
ma i me filtra el respirare
usando anca el panolon.
Italia-Europa
No! nol xe on partito novo
Italia-Europa xe la vita,
quela che vien fóra desso…
anca se la xe in salita.
Par el virus, la va mejo,
tanti torna in salute,
anca fra i pessimisti
ghe xe manco face brute.
Ghe xe senpre chi non scolta
e a l’aperto fa on respiro,
lori pensa d’esser bravi
però el virus xe in giro.
Forse in Cina i ga vinto
ma in America i xe incricà,
in Europa, tante teste
che me pare incasinà.
Ma l’Italia varda vanti
e scominsia a pensare,
a lavorare par doman
e ala xente da jutare.
In Europa, con la calma,
ognuno pensa ala scarsela,
e solo quando la convien
de sicuro la xe bela.
E se l’Italia xe sta prima
a ciapare le disgrassie:
“la xe sta pì sfortunà…
poareta e tante grassie”.
Ma l’Italia varda vanti,
ga bisogno de futuro,
e non vole che l’Europa
gapia fato naltro muro.
Qua bisogna de jutarse,
anca el Celo me lo insegna,
e vedaremo se l’Europa
la xe mama o maregna.
Mascherine fai da te
All’inizio era davvero difficile trovare le mascherine, ma l’italico ingegno un sistema lo trova sempre…
Setimana Santa 2020
Ghemo visto on vècio Papa,
lu da solo a san Piero,
caminare sóto la piova
e benedire el mondo intiero.
Gnente festa dele Palme
e nessuna procession,
el xe on momento grave
basta na benedission.
E ghe xe Ponzio Pilato
che le man se ga lavà,
e che dixe: “arangeve!
la me Europa xe p’in là”.
Ghémo vudo la Via Crucis
con i camion militari,
tante casse, quanti morti
de scondon dai familiari.
Pori cristi, morti soli,
ma no’ i jera sbandonà,
bisognava star distanti
parché i jera infetà.
Anca la Lavanda ai piè
pa’ sto ano xe saltà,
ma podemo fare tuti
on gran bagno de umiltà.
On bel Giuda ghe xe senpre
che pa’ schei vende tuto,
sia onore o mascherine
basta che i porta fruto.
Però Cristo picà in croxe
el se porta in Paradiso
infermieri e dotori:
i santi morti col soriso.
Pasqua 2020
Eco, xe rivada Pasqua,
finalmente ècola qua,
nonostante le disgrassie
el virus non la ga fermà.
Na Quaresima mai vista
sensa riti e procession,
la ne ga insegnà a tuti
de sercare solo el bon.
Anca se non lo volemo
sémo tuti poco o gnente,
e nessuno xe distante
non ghe xe continente.
De sicuro i morti cresse
e l’America xe in testa,
ma nessuno par el mondo
ga motivo de far festa.
Sia qua che là del mare
i politici barufa,
uno dixe: “bravo bravo”
e quel altro: “a xe na trufa”.
Conti vèrxe le librerie
Zaia: “liberemo tuto”,
ma Fontana dixe: “no!
perdarissimo ogni fruto”.
Se a Roma i vol sarare
par la Pasqua e pasqueta,
risponde la Lombardia:
“ghe pensi ogni botegheta”.
Ma sta Pasqua ga portà
qualche bela sodisfassion,
el famoso biondin inglese
nol xe pì in rianimassion.
E la protession civile
porta a chi xe solo in casa,
fugasse, uvi e colombe
e xe come se i li basa.
Pasqueta sospesa
La xe na giornata strana:
sole caldo e tenpo belo,
ma nessuno ghe xe in giro
solo in celo qualche oselo.
Da san Marco a san Piero
non se vede gnanca on can,
e invense le autostrade
pare solo disegnà.
Paradisi sensa vita
xe le spiage tute d’oro,
cartoline incolorie
che le vale on tesoro.
Nele piasse i monumenti
che i ga inpienà la storia,
pare vigili che dixe:
“Stè atenti! Fè memoria!”.
I parchi verdi se riposa
sémo tuti in grande atesa,
poca vita sule strade…
la Pasqueta xe sospesa.
Ma da questo inparemo
anca a volerse ben,
e se fémo la nostra parte
sopratuto ne convien.
Calcossa se move
L’è on momento delicà
ma bisogna far le prove,
sémo stufi a star sarà
e calcossa Zaia smove.
Poca roba a dire el vero:
qualche libro par cultura,
coi vestiti da putèi
e on poca… de paura.
Par dó dì la setimana
na persona in ogni stansa,
con la mascherina e guanti
a dó metri de distansa.
Ma però el xe on segnale
pa’ vardare on po’ pì vanti,
come dopo el tenporale
se va fora tuti quanti.
Se respira aria nova
e la Quaresima finìa,
sémo quasi dei risorti
che da morte scapa via.
Anca in giro par le strade
ghe xe vita e animassion,
gnente pì i doxento metri
ma no ndar de sbrinsolon.
E atenti al baéto,
la xe na prova del nove,
non vorìa on Galileo
che disesse: “epur se move”.
Le raixe
Pare ch’el Coronavirus
sia proprio on diavoleto,
el se la ga ciapà coi vèci
i pi’ deboli in leto.
Nol savéa sto bastardo
che la nostra socetà,
la xe nata só le raixe
de sta xente consumà.
Nol savéa dela fame
la fadiga e la guera,
e lagrime e orassion
inxenocià par tera.
Nol savea che pa’ i fioi
i jera on gran savere,
e insieme coi nevodi
le raixe da tegnere.
Ma quasi pa’ ripica,
sta bestia, a pi’ non posso,
dove che pì gh’in jera
se ga sgiaventà dosso.
Cossì xe sta na guera,
e non de quele sante,
con pochi prigionieri
e le vitime xe tante.
Ma insieme ai destinai
anca chi che li cura,
e co’ sarà finia
la conta sarà dura.
Qua resta i familiari
che non ga mia capìo,
parché sensa on baso
el nono xe sparìo.
Ma anca tuti naltri
on poco spaventà,
restà sensa raixe
sémo disorientà.
Gnente come prima
Non sarà pì come prima,
tuti dixe: canbierà,
quando el virus sarà vinto
tanti segni lassarà.
Se vardémo al futuro,
parché questo xe da fare,
ghe xe qualche lato scuro
che davero fa pensare.
Anca se ghe xe el vacino
e vedarémo co’ sarà,
qua nessuno garantisse
che i basi tornarà.
E alora qualcheduno
gavarà da inventare
naltro modo de basare
e come fare a saludare.
Se gavemo a mascherina
e i guanti ale man,
sarà i oci a confermare
le parole dite pian.
Gnente basi pa’ falsare
sentimenti mai sentii,
amori e giuramenti
dichiarai e po’ tradii.
Vivaremo pi’ distanti…
ma no’ conta la misura,
xe inportante el sentimento
e l’amore che lo cura.
E magari sarà mejo
se lo fémo in modo san,
sensa fare carte false:
abrassare e darse la man.
Dó mesi de Coronavirus
A xe passà dó mesi,
quante robe xe canbià
da quando el primo caso
in Italia i ga catà.
I tusi ndava a scola
xugava e barufava,
a Venessia el Carnevale
pien de maschere girava.
Co-i scomìnsia a contare
qualche morto e li amalà,
par paura o prudensa
le vacanse i ga slongà.
Qua bisogna inventare:
cossa dire e cossa fare,
sarare le boteghe
o farle lavorare?
Ma intanto el virus cresse
e se slarga senpre pì,
diventa na gran macia
da on picolo puntin.
E cossita, tuti fermi
in xenòcio a pregare,
e anca tuti in fila
distanti a pensare.
Però chi che comanda
dèsso ga idee pì ciare,
co’ tanti consulenti…
ma boni a parlare.
Ghe xe chi dixe: “Vanti,
bisogna lavorare”,
e chi che dixe: “Spèta,
xe presto pa’ ris-ciare”.
A xe passà dó mesi,
scomìnsia naltra fase;
forse gh’in démo fóra
se qualcheduno tase.
Saludarse
Jera on posto tuto bianco
silensioso e quasi belo,
non sentivo proprio gnente
solo on po’ pì rente al Celo.
E la luce pìnpianelo
de colore a ga canbià,
come fusse na candela
fino in fondo consumà.
Qualchedun me ga vestìo
e la man la jera fina,
la faseva pian e ben
ma non jera la me Pina.
Finalmente a so’ pronto
pa’ tornare a casa mia,
ma però a no’ go visto
né parenti e conpagnia.
E pal viagio me spetavo
una machina par mi,
no sti camion tuti in fila
co’ noialtri mucià lì.
Mi però no’ go paura,
ormai quel tenpo xe passà,
a so solo on po’ curioso
dove che i me portarà.
E in più, a dire el vero,
non go visto gnanca on fiore,
e pensare che in sti casi
i consola e i fa colore.
Vorà dire che pa’ desso
spèto l’ora de tornare,
sì, parché go tanta xente
che vorìa saludare.
I dani dal Coronavirus
Ma savìo quanti dani
pa’ sto virus de la malora?
Sa volemo fare i conti…
e no’ sémo ancora fora.
Co’ la machina in garage
non se usa la bateria,
sarà vero che no’ inquina
ma la xe da trare via.
El basculante poareto
el xe on poco ruxinìo,
el cancelo sula strada
nol va pi’ avanti e indrìo.
Ma anca el canpanelo,
cossì poco doparà,
el postin no’ passa pi’
e lu xe tuto ossidà.
I xe dani a casa mia
che me pesa sol gropon,
grandi o picoli che sia
mi a go le me rason.
E in più le mascherine,
quante che ghi n’hò conprà,
con i guanti butà-via
pa’ rispeto e sanità.
Però adesso go in mente
sì, de domandare i dani,
se non so a chi e come
farò come i mericani.
Al sioreto del Missouri
che passà davanti al capo,
el ga dito ala Cina:
“O paghè o mi ve sfrato!”.
25 aprile 2020
Mattarella solo solo
sui scalini de l’Altare,
con le note del “Silensio”
che i polsi fa tremare.
E la Giusy anca ela
davanti al Monumento,
la corona e on pensiero
che fa grande el momento.
Gnente tronbe e fanfare
o sfilate de ocasion,
ma pì tenpo pa’ pensare
ala gran Liberassion.
In setantasinque ani
tanti morti xe passà,
e anca la memoria
se ga on poco indormensà.
Pa’ svejare le cosiense
ghe voleva naltra guera
che puntuale xe rivà
e portà coi piè par tera.
E se torna patrioti
tuti contro el virus “bao”,
la bandiera picà fóra
e se canta “Bela ciao”.
Ma sto ventisinque aprile
el sarà da ricordare
par i morti vèci e novi
e le “guere” pol tornare.
Sa volemo ndare vanti
bisogna aver memoria,
da dove ca vegnemo
e chi ga fato la storia.
Congiunti!
In fila e distanti
Tuti in fila e a distansa,
par l’Italia roba nova,
la paura che n’insegna
e ne mete ala prova.
Tuti in fila dal fornaro
feramenta e frutarolo,
non parlemo de boteghe…
el xe on tenpo fiaco, molo.
Pa’ conprare el giornale
tuti in fila e co’ xe ora,
fémo presto, sémo ansiosi
ghémo pressa de ndar fora.
E pa’ strada mascherai
ghe xe xente che te scansa,
sarà colpa de sto virus
ma i me par sensa creansa.
Se pol ndare al cimitero
e anca fare i funerali,
ma in pochi e a distansa
sensa mai pestarse i cali.
Mi però a so’ curioso
cossa che sucederà
quando cinema e teatro
de sicuro i verxarà.
Par chi vole stare rènte
la xe come na preson,
e i morosi se domanda:
“A quando la liberassion?
Basta file e distanse
a volemo i struconi,
con i basi e caresse…
naltri ghémo i ormoni”.
In giro
Virus e natura
Sto Coronavirus qua
el ne ga proprio fregà,
el ga fato tanti dani
e anca el mondo roversà.
A Venessia, roba strana,
ghe xe l’aqua trasparente,
a se vede le meduse
e le sarde come gnente.
L’orso a Posina xe bon
anca se nol dà la sata,
ma el lupo on po’ p’in là
magna solo quel ch’el cata.
Se a Taranto i delfini
riva in porto par xugare,
nelo Streto de Messina
le balene va a cantare.
Caprioli che va in orto
e la volpe anca in sità,
no’ xe concorensa a Roma
ché i sorxi gavea xa.
Ghe xe arne coi pulsini
elefanti e canguri…
tante bestie che camina
tra le case e rente i muri.
Co’ noialtri sarà in casa
pa’ curare sta magagna,
la natura la se slarga
e par e-a xe na cucagna.
Primo magio 2020
El primo magio de sto ano
ga visto grandi novità;
senpre “festa del lavoro”
ma coi denti on po’ sarà.
Non xe sta cortei in piassa
co’ bandiere e discorsoni,
gnente palchi pai cantanti
che faseva i concertoni.
St’ano a xente spèta in casa
che riparta el lavoro,
come fusse medissina
pa’ sentirse vivo e siòro.
E calcossa se ga mosso:
pensando ai sani e malà,
con siensa e cosiensa
sensa gnente de inventà.
Ma ghe xe chi scapa vanti,
farse védare e sentire,
come i primi dela classe
e i altri… pol morire.
Sì, l’economia xe ferma
e qualcuno ciama aiuto,
le discussion xe tante
ma el virus el xe bruto.
E bisogna star distanti
par podere lavorare,
doparare le protession
e anca… on po’ sperare.
El lavoro xe on dirito
che dà a l’omo dignità,
ma non serve el lavoro
quando l’omo xe copà.
Fase due
Quatro magio, fase due,
xe cascà naltro muro,
se ga vèrto na finestra
e se varda al futuro.
Se pol ndare dai parenti
e portare fóra i tosi,
e se pole finalmente
incontrare i morosi.
Se po-e ndare a lavorare:
pa’ i trasporti vedaremo,
non se po-e ndare a scola
ma li esami li faremo.
Se pol corere pa’ strada
anca sensa mascherina,
che però xe obligatoria
quando uno el camina.
Se pol fare i funerali
con el prete e poca xente,
par le messe a spetémo
tanto Dio vede e sente.
I gelati che se conpra
i se magna solo a casa,
e se po-e conprare i fiori
par la sposa che te basa.
Tante robe se pol fare
ma da fare con la testa,
non vorìa che fra poco
fosse xa finìa la festa.
Sì parché i spèta solo…
contare i nóvi amalà,
e se in mexo ghe so’ mì
la fase due no’ me và.
Spetando el barbiere
Gò pì ani che caveji
e tuti dó se vede ben;
manca la manutension
e la natura pì no’ tien.
No’ se pòle fare gnente
pa’ i ani ormai passà,
ma xe ùtile la crema
sula pèle increspà.
E se pol lavarse ben
e tegnerse profumà,
non la xe na roba nova
ma va ben par ogni età.
Anca fare movimento
caminare e respirare,
lavorare col servelo
ragionare e pensare.
Ma i caveji che me resta
sula testa i xe longheti,
no’ i sta fermi, no’ i scolta
i xe come i toseti.
Se no’ i fusse póchi e grixi
ma solo lunghi e sparpajà,
me ricordarìa na volta,
quasi sinquant’ani fa.
Scavejada fin le spale
come tuti i “capeloni”
ala moda, spensierati
e na forsa da leoni.
“Co-me potete giudicar
per i capelli che portiam”,
a cantavo mi contento
e gavéo el mondo in man.
Ma el specio me ga dito:
“Mì, so’ el vero consiliere,
no’ sognare, rinbanbìo,
a xe ora del barbiere”.
Grassie!
Come fusse on teremoto
a me go catà in mexo,
non go visto pì la luce
e spetavo solo el pexo.
A ghe jera tanto scuro
che me strassinava basso,
a go perso el corajo
e a so’ restà de sasso.
Tanto caldo da bruxare
e fadiga a respirare,
stufo sensa fare gnente
gnanca forsa de parlare.
E pianelo so ndà via
verso on posto che non so,
a non jera casa mia
ma che on dì ritroverò.
Sensa luce mi vedevo
on mondo ciaro iluminà,
no’ sentivo ma capivo
che par mi i jera là.
Onbre ciare sensa viso
bianche nuvole girava,
non go visto on soriso
solo amore che amava.
E magari qualcheduno
gavarà anca pregà,
tuti quanti a go sentìo
quanto téneri i xe stà.
Sarà sta i me pensieri
o forse gavarò sognà,
ma i fantasmi che girava
jera angeli incarnà.
8 magio, fémo el punto
Oto magio, fémo el punto:
sémo in piena fase due,
le rason a le xe tante
e ognun vol dire le sue.
El governo nassionale
gavéa indicà na pista,
con categorìe e date
ma vien fora el solista.
E nol xe uno solo uno
che vol essere pì bèlo,
tanti và par conto suo
e non usa el servelo.
Le Regioni le xe tante
e ognuna on ordinansa,
che non pensa ali altri
ma solo a la so’ pansa.
Se el Piemonte xe prudente
la Calabria scapa vanti;
ghe risponde el Trentino
e a Bolzano non xe santi.
In Abruzzo i dixe sì!
de sicuro se pol fare,
in Sardegna i xe sicuri
che se pole anticipare.
Se Liguria e Sicila
ga na pressa on po’ malsana,
la Campania intanto spèta
come l’Umbria e la Toscana.
Se l’Emilia la xe mama
a Ferrara la ga on fiolo
che se crede onipotente
e vol fare lù da solo.
Forse el Veneto xe primo
parché i se dà da fare,
non se pole aspetare
qua bisogna lavorare.
In Lombardia invense
el virus nol xe mia passà,
ma ghe xe quel’un par sento
che fa el sindaco incassà.
Festa dela Mama
Ogni Mama ga amore
e par tuti on pensiero,
la profuma come on fiore…
el só cuore xe on mistero.
Non ghe xe magagna o dano
che no’ a possa perdonare,
anca se la xe in afano
senpre tuto la vol dare.
Ela scolta, ma non sente,
tuto quelo che fa male,
ela sèrca con la mente
dove serve on po’ de sale.
Ogni Mama xe pressiósa
come tanto e tanto oro,
ela xe na bela rosa…
vale pi’ de on tesoro.
El mondo canbia
Sarà colpa de sto virus
ma gavéa proprio rason
chi diseva spaurà:
“non ghe xe pì religion”.
I toseti pare mati:
i vol ritornare a scola,
roba nova, mai sentìa
mi non credo nà parola.
Vèrxe bar e ostarie
e ristoranti atressà,
che rispeta le distanse
e tuto ga disinfetà.
Ma se ndavimo aposta
solo pa’ stare vissin,
pa’ magnare e cantare
e fare on póco de casin.
E i baristi sensa spàssio
che no’ i ga la protession,
dixe solo: “Mi no’ verxo!
La xe na disperassion”.
Ma xe tante le boteghe
che xe pronte a lavorare,
confidando che ghe sia
xente che vaga a conprare.
E chi al mare ghe provava,
tra letino e onbrelon,
se sto ano i xe distanti
i perde naltra ocasion.
Pa’ fortuna che i morosi
i se ga on po’ sbrocà,
e se anca el mondo canbia
na roba giusta xe restà.
Se riparte
Se riparte, fóra tuti,
se ga vèrto el porton,
se pol fare quasi tuto:
confermà in television.
Chi gavéa spetà tanto
desso pole farse vanti,
ma ghe xe chi tira indrìo:
“a me manca gel e guanti”.
Finalmente a la matina
se va al bar par el cafè,
anca se al ristorante
non ghe xe pì “el fai da te”.
Se pol farse anca “el spriss”
sentà in dó al tavolin,
e sbassando la mascherina
adiritura far “cin-cin”.
Par i furbi che se slarga
e no’ rispeta le distanse,
a xe giusto che qualcuno
i lo ciàpa pa’ e finanse.
Paruchiere e barbieri
i xe tuti prenotà,
ma ghe xe qualche vetrina
che la xe restà sarà.
Tute le boteghe vèrte
ga la merce destirà,
le xe lustre e profumà
e le comesse mascherà.
Par i onbreloni in spiagia
sémo drio a ragionare:
se xe manco i letini
qualchedun ga da pagare.
Ma ghe xe chi se lamenta
parché manca i clienti:
i vorìa solo i schèi
e i sarìa pì contenti.
Sémo òmeni o…
Par el Covid dicianove
sémo in bona posision,
se pol ndare dapartuto
sensa fare confusion.
E alora, tuti fora…
par cafè o capucin,
o magari na bireta
e on bel bicer de vin.
Ma qua xè cascà i somari
parché gnente i ga capìo,
ansi i xe pròprio mussi
ché no’ varda mai indrio.
E i dixe: “Fémo festa!
Xe finìa la clausura,
sémo forti, ghémo vinto
non ghe xe da aver paura.
A volémo stare insieme
e non serve le distanse,
a savemo regolarse
in barba ale ordinanse”.
E cossìta strade e piasse
le xe piene de sta xente,
che la vole esagerare
ma non la capisse gnente.
Non la vede e non scolta
chi el vìrus ga patìo,
e gnanca vol capire
ch’el pol ritornare indrio.
“Sémo òmeni o caporali?”
qualcheduno domandava,
ma questi xe corgnoi
seben no’ i fa la bava.
Riva Giugno
Riva Giugno, vita nóva,
pi’ non serve mascherina,
tuta Italia xe ala prova
dale Alpi ala marina.
Val D’Aosta e Trentino
se ga vèrto ale vacanse,
e in Puglia e Calabria
a xe pronte spiage e stanse.
Ghe xe solo dó Regioni
che vol dire la só rason:
“Qua pa’ spendere e girare
ghe vole na dichiarasion”.
In Sicilia e Sardegna
i vorìa xente sana,
con i schei in scarsela
e sénsa na magagna.
Ma anca in Europa
no’ i ne vole tanto ben,
le frontiere co’ l’Italia
le xe alte e i le mantien.
I ne dixe: “Vedaremo…
quando el ris-cio xe calà,
par adesso… aspetemo
naltro mese o p’in là”.
Cara Europa, dove ssìto
se i confini xe sarà,
se la xente che se mala
non ga pì la libertà?
Sa vivemo tuti insieme
come fùssimo fradèi,
non se po-e volerghe ben
solo ai siori, sani e bei.
Covid sì, Covid no
Me vien da domandarme:
“Sto Covid dicianove
ghe xélo o non ghe xélo?
E ghémo in man le prove?”.
El profesor Zangrillo
ga dito ciaro e tondo:
“El virus el xe morto,
sparìo fino in fondo.
Se pol tornare fóra
e la vita sia normale,
lassè la xente in pace
e no’ ronpìghe ‘e bale”.
On altro profesore
ga dito: “El xe mato!
El ga bevudo massa
opure el se ga fato”.
E naltri pori cristi
in tanta confusion,
a chi dovemo credere
e a chi darghe rason?
Par mi che non so’ gnente
xe mejo stare atenti,
ché sto Coronavirus
pol sbatere sui denti.
Coi trentamila morti
ch’el sé ga portà via,
mi a non credo proprio
che el fusse batarìa.
Ma se anca fusse vero
ch’el vale el deo menèo,
mi speto naltra s-cianta
a farghe maramèo.
Càmere vóde
Le càmere xe vóde:
i xe nda via de bruto,
e sensa saludare
i ga lassà qua tuto.
Qualcuno jera solo
e altri in conpagnia;
rèsta na casa vóda…
qualche fotografia.
La jera xente grande
opure pì normale,
però in sto momento
ognuno xe speciale.
Parché ogni persona
ga scrito la so’ storia,
e tuti ga dirito
a on filo de memoria.
La strana Primavera
non ga portà colori,
invense de profumi
ne lassa mali odori.
Na freda ala nera
la ga fermà el respiro,
de chi in questa vita
sognava naltro giro.
Le càmere xe vóde
se smorsa le memorie,
fra i muri fredi e nudi
nessuno conta storie.
E resta tanti vódi:
le càmere coi leti,
in ordine e rifati,
ma sensa li afeti.
Teste vóde
El Covid dicianove
davero el xe potente,
insieme a tanti dani
el ga anebià la mente.
S’el Presidente Usa
se cura a modo suo:
disinfetante e ragi,
par mi l’è tanto cruo.
E non xe sensa colpa
chi dovarìa jutare:
dotori e siensiàti
continua a barufare.
Ma quei pì fortunai
che sé ga ciapà fóra,
i sé ga messo in testa
de èssere par sóra.
E alora via de bruto:
“A sémo i pi’ forti,
nessuno pi’ ne ferma
e pasiensa pa’ i morti”.
Qualcuno xe convinto
de èssere imortale,
invense a qualche altro
ghe manca on po’ de sale.
Qua, el Coronavirus
ga fato grande festa,
non serve l’ospedale…
el gà colpìo la testa.
E alora ripetémo,
come on ritornelo:
“Ghe xe le teste vóde,
ghe manca el servelo”.
Prudensa…
Pianelo on passo avanti
ma anca on mexo indrio,
la batàlia contro el virus
xe on mondo mai finio.
Se in Cina i xe sta i primi
a morire e curarse,
desso i conta naltra storia
parché i torna a malarse.
E i svedesi tanto bravi
ga tegnudo tuto verto,
ma in mexo ala buriana
xe restà col cul disquerto.
Se i pensava solo ai schei
e a pagare le so’ tasse,
desso i ga on lavoro novo…
de contare tante casse.
I studiosi po’ non juta
ma i mete confusion:
ogni dì na storia nova…
che i gàpia on paron?
Ma chi xe che porta el virus?
Xe i malà o anca i sani?
E chi xe sensa sintomi
poli procurare dani?
Pare anca che i guanti
non i serva proprio a gnente,
ansi sbàlia chi li usa
e porta el male tra la xente.
Una bela garansìa
resta senpre la distansa,
parché el Covid dai polmoni
ciàpa reni, testa e pansa.
On venteselo san
El Covid dicianove
a Dovile fa pensare,
el ga mostrà persone
che bisogna ringrassiare.
Da Uno, sensa nome,
e anca de scondon,
na letera in Comune
scónta drio al balcon.
Insieme ale parole,
come in un romanso,
el ghe ga messo i soldi
par chi ghe manca el pranso.
La busta col ‘pensiero’
xe al Sindaco direta,
la dixe: “Te si brava!
Mi go fiducia s-ceta”.
Sì, tanti lo pol dire:
“xe brava e la sa fare”,
e la xe inteligente.
la sa anca domandare.
La ga na bona squadra
e insieme i pensa al doman,
ghe xe xente che par gnente,
xe contenta a dar na man.
Se respira on venteselo
che te fa sentire ben,
te vien voja de jutare
e te senti el core pien.
Quando nasse on progeto
la xente no’ se tira indrio,
ma la sùpia sol fogheto
come on àlito de Dio.
Covid-economia
De sto Covid dicianove
tuto el mondo xe malà,
e i politici barufa
par l’economia blocà.
Se saveva ch’el tornava
sì, sto virus fa inpression,
forse non le mai ndà via
e quanti dani e confusion.
Con le fabriche che sara
aumenta i disocupà,
ma bisogna ndare in ferie
e qualcheduno pagherà.
Se i clienti i xe pochi
chi ga vèrto vol sarare,
e ghe xe chi vole i schei
anca sensa lavorare.
Sémo senpre el “bel Paese”
e se i foresti qua non vien
a gavemo tuto el belo
da gustarselo par ben.
La xe na ocasione rara
che forse non ritornerà:
pa’ scoprire i tesori
che la storia ga lassà.
E se a Roma i barufa
in Europa i se bastona,
parché qualcheduno rogna
anca se l’idea xe bona.
Con el Covid e i so’ morti
la finansa xe in malora,
e noialtri questionemo
chi xe dentro e chi xe fora.
Furbeti veci…
Mi so’ onesto, ma se posso
conpro e vendo anca in nero,
fò girare l’economia:
questo xe el me pensiero.
Nela vita, a chi lavora
non se pol cavarghe tuto,
ga dirito de rangiarse
e se capita… de bruto.
Ghémo fato sacrifici
e lavorà na vita intiera,
e quante tasse ghémo dà
pa’ onore dela bandiera.
Sì, xe vero, qualche volta
ghémo anca esagerà,
ma volìo procesarme
se gavemo on po’ magnà?
…e furbeti novi
Mi so’ san e de sto virus
non me fasso on pensiero
e non go gnanca paura
a rabalto el mondo intiero.
Mi so’ stà sarà in casa
quando jero obligà,
desso vojo ndare fora…
el pericolo xe passà.
A gavemo aplaudio
sia dotori che infermieri,
ma se desso sémo sani
fème viver come ieri.
Sémo fóra, ghémo vinto
xe passà la pandemia,
se pol viver ala grande
da noialtri la xe finia.